La sfida dei medici veterinari per la realizzazione del benessere animale fa tutt'uno con la riflessione sull'eutanasia. Gli animali hanno diritto ad una vita ed ad una morte dignitosa e il veterinario è un curatore degli interessi animali. Dalla riflessione bioetica alla modifica del Codice Deontologico. La riflessione sull'eutanasia veterinaria si sposa con una nuova visione della professione, "sensibile e coerente con il mutamento sociale del rapporto uomo - animale". Se ne è parlato al Consiglio Nazionale FNOVI di domenica scorsa con gli interventi di Carla Bernasconi, Vice Presidente, della giurista Francesca Rescigno e della filosofa Barbara De Mori.
Il codice deontologico non ha un articolo che parli espressamente di eutanasia, ma offre il punto di partenza per un approfondimento bioetico che non può più essere rinviato. Secondo Carla Bernasconi per ora "non ci sono soluzioni, solo proposte, dubbi, spunti di riflessione. Non sarà un percorso agevole ma siamo orgogliosi di averlo iniziato e di avere avuto tanti riscontri di partecipazione e di condivisione da parte dei colleghi". Per la FNOVI, uno dei primi traguardi da raggiungere in tempi brevi è l'introduzione di un articolo dedicato alla eutanasia nel codice deontologico.
Il problema non investe solo i medici veterinari che si occupano di animali d'affezione: investe tutta la categoria, da chi si occupa di animali da reddito destinati all'alimentazione dell'uomo a chi si occupa di tutela della salute pubblica. La professione è chiamata ad una crescita culturale che non può essere procrastinata e che viene richiesta da una parte consistente di colleghi.
Per la FNOVI sono maturi i tempi per affrontare questo tema dal punto di vista etico e deontologico ancor prima che legislativo.