L'Anmvi ha firmato con la Fnovi una lettera alle competenti autorità ministeriali e parlamentari: sulla tenuta delle scorte di farmaci in azienda non si ceda a nuove forti pressioni esterne, spinte da interessi esclusivamente commerciali ed economici. La Legge e la Deontologia richiedono di intervenire efficacemente sulla sicurezza alimentare, senza conflitti di interessi e senza cointeressenza.
L'Anmvi ha firmato con la Fnovi una lettera alle competenti autorità ministeriali e parlamentari sulla tenuta delle scorte di farmaci in azienda. Di seguito il testo.
Il mondo veterinario aveva accolto molto positivamente il testo dell'articolo 81, comma 1, del Decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193 - in materia di incarichi di dipendenza o collaborazione esercitati dai medici veterinari responsabili delle scorte di farmaci - soprattutto nella sua modifica del Decreto Legislativo 24 luglio 2007, 143, nella parte in cui, accogliendo le richieste della categoria veterinaria, vengono disciplinate le modalità di tenuta delle scorte negli impianti di allevamento e custodia di animali destinati alla produzione di alimenti, specificando che " il medico veterinario responsabile ed i suoi sostituti non possono svolgere altresì incarichi di dipendenza o collaborazione presso enti o strutture pubbliche, aziende farmaceutiche , grossisti o mangimifici".
Questo nell'ottica di intervenire efficacemente sulla sicurezza alimentare annullando condizioni di possibile conflitto di interesse e/o cointeressenza nella gestione del farmaco negli allevamenti.
Forse è superfluo rammentare che il Codice Deontologico dei Medici Veterinari definisce come segue queste circostanze:
-conflitto di interessi - si verifica quando il Medico Veterinario si trova in una condizione nella quale il comportamento e le scelte, nonché il giudizio professionale, riguardante un interesse primario è alterato da un interesse secondario come la ricerca di un vantaggio personale di qualunque natura. Il conflitto d'interesse non è un comportamento, ma è una condizione da evitare e proprio per questo diviene moralmente riprovevole soltanto quando provoca comportamenti riprovevoli;
- cointeressenza - la deontologia vieta di svolgere un'altra attività, ovvero la partecipazione al risultato economico di un'impresa, se tale attività comporta un qualsiasi limitazione o influenza l'indipendenza intellettuale del Medico Veterinario nello svolgimento dell'attività professionale;
L'evidenza di tale posizione etica non presuppone cattivi comportamenti, come qualcuno ha voluto far credere, ma si prefigge semplicemente di evitarne i presupposti.
Purtroppo, da allora, pochi veterinari, soprattutto collaboratori di aziende mangimistiche, che si sono trovati limitati nello sviluppo delle loro attività commerciali, sostenuti da forti interessi economici ed affiancati da qualche parlamentare, probabilmente poco informato sui fatti, continuano a svolgere forte attività di pressione sul Ministero affinché questa normativa venga
rivista e riportata in limiti molto più permissivi.
La FNOVI e l'ANMVI hanno già valutato e condiviso con il Ministero, le Regioni e con gli stessi soggetti che ora chiedono una ulteriore revisione dell'articolo, una formulazione più chiara della normativa per quanto riguarda gli aspetti di incompatibilità, che eviti equivoci interpretativi e salvaguardi fortemente il principio ispiratore della norma che deve rimanere inalterato.
Oggi la FNOVI e l'ANMVI di fronte a queste nuove forti pressioni esterne derivanti esclusivamente da interessi commerciali ed economici, sono convinte che il Ministero non possa cedere a compromessi che stravolgendo lo spirito della norma riportino in secondo piano l'esigenza e la certezza della sicurezza alimentare e della salute pubblica.
Di fronte ad una simile evenienza la FNOVI e l'ANMVI, sarebbero costrette a denunciare ai cittadini, tramite i mezzi di informazioni ed alle associazioni dei consumatori, i rischi a cui potrebbero essere esposti.
SCORTE DI FARMACI E INCOMPATIBILITA'