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LE RONDE SORVEGLIANO CON I CANI?

LE RONDE SORVEGLIANO CON I CANI?
I volontari impegnati nella sorveglianza delle città per la sicurezza pubblica sono spesso ritratti mentre "pattugliano le strade", accompagnati da cani di razza dobermann, rottweiler, pastore tedesco. Da pericolo pubblico, i cani sono diventati strumenti di sicurezza? Quali garanzie di corretta gestione di questi animali? I cani non sono più pericolosi, anzi potrebbero persino essere impiegati dai cittadini impegnati a rafforzare la sicurezza delle aree a rischio. Sono molte le immagini che ritraggono le ronde impegnate di sera in attività di sorveglianza accompagnate da cani. L'Anmvi ha scritto al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni e al Sottosegretario Martini suggerendo un approfondimento sull'impiego di cani, nelle attività previste dal decreto-sicurezza ed un coordinamento con il Ministero della Salute in merito alla prevenzione delle aggressioni canine incontrollate.

Il Ministro Maroni, intervenendo mercoledì scorso al question time alla Camera, ha parlato di una prossima regolamentazione legislativa che dia alla materia una cornice normativa, anche per evitare eventuali abusi e giustizia fai date. L'occasione potrà essere colta per affrontare e chiarire anche l'impiego di cani.

Qualora ammesso l'impiego di cani nel corso delle attività di sorveglianza, a parere dell'Anmvi sarebbe opportuno chiarirne la funzione e disciplinarne l'utilizzo, ad esempio prevedendo che il patentino sia reso obbligatorio per i cittadini impegnati nelle ronde con l'ausilio di cani.


Occorre rimarcare che il decreto-sicurezza, per la sorveglianza delle aree a rischio, prevede l'eventuale utilizzo di semplici cittadini iscritti ad apposite associazioni, rigorosamente non armati e, soprattutto, attivati e coordinati dai comitati provinciali dell'ordine pubblico, dai prefetti e dai sindaci. La situazione sarebbe molto diversa da quella dei cani in dotazione presso le forze dell'ordine, che sono sempre stati esclusi dalle ordinanze sulla prevenzione dell'aggressività canina in ragione del loro particolare impiego e delle connesse garanzie di utilizzo.

Nel caso delle ronde, occorre ora domandarsi innanzitutto se l'impiego di questi cani sia espressamente ammesso e di conseguenza di quali animali si tratterebbe e quale tipo di percorso educativo abbiano intrapreso tanto gli animali quanto i semplici cittadini volontariamente impiegati nelle ronde.

Mentre è in preparazione una ordinanza fortemente responsabilizzante per l'uomo (proprietario o detentore) che ha correttamente spostato la responsabilità delle aggressioni e della incolumità pubblica dal piano animale a quello umano, secondo un ripetuto orientamento della giurisprudenza, l'Anmvi suggerisce al Ministero dell'Interno di prevedere per i cani delle ronde una apposita regolamentazione, avvalendosi degli strumenti e dei principi di prevenzione e di corretta gestione del cane contenuti nella futura ordinanza predisposta dal Sottosegretario Martini.