L'Europarlamento ha adottato una relazione per la Commissione Europea sulla riduzione delle aliquote IVA in Europa: troppa difformità fra gli Stati Membri, necessario avviare un ampio dibattito politico sull'intera struttura delle aliquote IVA ridotte. ANMVI: Tremonti ci fa perdere un'occasione.
La proposta della Commissione per modificare la Direttiva IVA (Direttiva 2006/112/CE), riducendo le aliquote su alcuni beni e servizi del mercato interno europeo, "affronta soltanto le questioni più urgenti, a causa della mancanza di condizioni uniformi per tutti gli Stati membri".Pertanto, l'Europarlamento ha approvato una relazione per la Commissione Europea in cui si sottolinea la "necessità di avviare un ampio dibattito politico sull'intera struttura delle aliquote IVA ridotte in relazione al funzionamento del mercato interno, come già annunciato dalla Commissione". Le aliquote ridotte "si dovranno applicare solo laddove saranno in grado di aumentare la produttività, l'occupazione a lungo termine e una maggiore equità dei redditi. Occorre pertanto un approccio equilibrato".
La proposta mira a modificare le disposizioni della direttiva 2006/112/CE ("la direttiva IVA") al fine di garantire pari opportunità per tutti gli Stati membri, oltre a una maggiore trasparenza e coerenza, e il regolare funzionamento del mercato interno per quanto riguarda le aliquote IVA ridotte. Si prevede la possibilità per gli Stati membri di applicare aliquote IVA ridotte ai servizi ad alta intensità di lavoro e ai servizi prestati localmente su base permanente.
"Il Ministro Tremonti ci fa perdere una grande occasione- dichiara Carlo Scotti-l'ANMVI si era rivolta al Commissario Europeo e al Ministro delle Finanze chiedendo di includere fra le aliquote da ridurre quelle sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per gli animali da compagnia. La risposta del Ministro Tremonti è sempre stata di segno negativo, per ragioni di gettito e di (discutibile) incompatibilità con le norme europee".
Eppure, dalla ristorazione al giardinaggio, se la proposta è vista in sede europea come "strumento per armonizzare le esenzioni dall'IVA", "evitare distorsioni della concorrenza" e garantire "un trattamento equo ed equilibrato degli Stati membri ed evitare eventuali effetti negativi".
"Non si vede perché le richieste dell'ANMVI- oggi sostenute dal Sottosegretario Martini- continua Scotti- debbano essere considerate dal Ministro italiano incompatibili con gli obiettivi dell'Europa. Ci sono argomentazioni da non sottovalutare. Le aliquote ridotte possono inoltre contribuire a contrastare la regressività dell'IVA, in quanto i risparmi derivanti dalla riduzione dell'IVA saranno generalmente più elevati - in rapporto al reddito - per i gruppi di consumatori a reddito più basso. Non si capisce - conclude Scotti- perché l'Italia non abbia abbastanza a cuore i vantaggi che possono derivare da una armonizzazione del mercato interno europeo, di cui fanno parte tanto i professionisti europei quanto i prodotti per gli animali".