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INTRAMOENIA, DEPOSITATO IL RICORSO DELL’ANMVI

INTRAMOENIA, DEPOSITATO IL RICORSO DELL’ANMVI
I legali dell'ANMVI hanno notificato il ricorso al TAR della Lombardia contro la delibera che disciplina la libera professione intramuraria dei medici veterinari. L'assimilazione della libera professione medica a quella veterinaria è una forzatura e un danno per la sanità pubblica.

La facoltà di esercitare la libera professione non si può trasformare nella coincidenza, in un unico soggetto, delle funzioni di controllante/controllato. I legali dell'ANMVI hanno notificato la scorsa settimana il ricorso per l'annullamento della delibera della Lombardia sulla libera professione intramuraria da parte dei medici veterinari.


La delibera della Giunta lombarda legittima i veterinari dipendenti, sia con rapporto di lavoro esclusivo che non esclusivo e parziale col SSN, ad esercitare attività libero professionali presso gli allevamenti di bestiame gestiti da privati, in studi ambulatoriali ubicati in non meglio identificate e specifiche strutture nel territorio di competenza dell'ASL di appartenenza.


A parere dell'ANMVI questa legittimazione comporta necessariamente e inequivocabilmente il configurarsi in un unico soggetto del ruolo di controllante/controllato. Il limite "del non contrasto" costituisce un contrappasso irrinunciabile, avuto riguardo alla deroga, vigente solo per i sanitari pubblici dipendenti, del divieto normativo che inibisce all'impiegato pubblico di svolgere qualsivoglia attività o professione in forma privata al di fuori del rapporto di pubblico impiego. Entrare nel merito "del limite del non contrasto" in ambito veterinario significa porre l'attenzione sulle funzioni e i compiti del Servizio di Sanità Veterinaria pubblica stabiliti dal legislatore, con i quali lo Stato intende non certo di utilizzare uomini e risorse per garantire agli allevatori di bestiame (attività questa che riveste carattere economico e privato) o ai proprietari di animali da affezione/compagnia l'utilizzo di strutture pubbliche in cui ricevere, assistenza zooiatrica prestata in regime libero professionale a pagamento.

Il fine è, invece, quello di garantire, mediante l'azione di prevenzione, profilassi, vigilanza e controllo, che la commercializzazione e la trasformazione delle carni animali e dei prodotti alimentari di origine animale risponda ai criteri fissati in sede comunitaria e statale a tutela della salute pubblica oltre che a funzione di controllo (si pensi alle norme sul farmaco veterinario) sul corretto esercizio della libera professione prestata dai veterinari liberi professionisti. È evidente che l'assimilazione della libera professione medica a quella veterinaria è una forzatura e un danno per la sanità pubblica.