Il MinSal ha predisposto un piano di controlli ufficiali insieme all'UE. Apprezzamento dell'OMS che invita a studiare il rapporto fra l'inquinamento ambientale e la presenza di diossina. IZS di Brescia: sforamenti modesti. Domani il Ministro incontrerà i produttori.
"Un grande successo della prevenzione veterinaria italiana e un'ulteriore testimonianza della qualità e della sicurezza dei nostri prodotti alimentari''. E' soddisfatto il Ministro della Salute Livia Turco per come è stata affrontata la vicenda della mozzarella alla diossina, dalle autorità e dalla stampa.
Raggiunta l'intesa con la UE, il Ministro ha annunciato controlli ufficiali in tutti (circa 400) caseifici delle province di Caserta, Avellino e Napoli che trattano latte di bufala, divieto di commercializzare il latte fino all'esito favorevole delle analisi e un'analisi epidemiologica per individuare esattamente l'estensione del fenomeno. E' quanto prevede il programma di controlli predisposto dal Ministero della Salute insieme all' Unione Europea e reso noto con un comunicato stampa.
Il ''programma straordinario per la ricerca delle diossine'', rende noto il ministero della Salute, ''dovra' essere adottato dalla Regione Campania al fine di garantire la salubrita' dei prodotti lattiero-caseari posti in commercio''. E' stato predisposto dal ministero ''di concerto con i competenti servizi della Commissione Ue e a seguito dell'intesa raggiunta ieri con le autorita' europee sulle proposte del ministro Livia Turco''. l programma si compone di due fasi. La prima fase consiste in un controllo ufficiale su tutti i caseifici delle province di Caserta, Avellino e Napoli che trattano latte di bufala. ''Sara' prescritto - rileva il ministero - il divieto di commercializzazione del latte e dei relativi prodotti fino ad esito favorevole dell'analisi. In caso di esito sfavorevole, si procedera' al prelievo di latte nei singoli allevamenti il cui latte faceva parte del campione. Tali allevamenti non potranno conferire latte fino all'esito favorevole delle analisi''. Saranno inoltre controllate le aziende limitrofe, nel raggio di tre chilometri. Il latte ed i prodotti lattiero caseari, bloccati in attesa dell'esito delle analisi, in caso di esito sfavorevole del campione non verranno commercializzati. Entro meta' aprile, prosegue la nota del ministero, i risultati delle analisi saranno messi a disposizione della Commissione Europea. Conclusa la prima fase, saranno controllati con lo stesso approccio i caseifici delle province di Benevento (25) e Salerno (185). I risultati di questi ulteriori controlli saranno comunicati alla Commissione entro il 25 aprile. Attualmente, rileva il ministero, i laboratori ufficiali italiani sono in grado di eseguire 150 analisi in circa 15 giorni. I laboratori di riferimento europei, indicati dalla Commissione Ue, analizzeranno il resto dei campioni in modo che i risultati possano essere disponibili nel piu' breve tempo possibile (10-15 giorni a partire dall'inizio del campionamento). Nella seconda fase, una volta disponibili i risultati analitici, ''sara' fatta una analisi epidemiologica per la individuazione della estensione del fenomeno, e sara' resa disponibile una mappa rappresentativa della situazione, in modo da poter procedere ad eventuali ulteriori controlli''. Saranno presi in considerazione anche i dati storici, raccolti dal 2003 ad oggi. Una volta individuate le zone a rischio, conclude la nota, ''si procedera' a un controllo conoscitivo, senza blocco cautelare, su tutti gli allevamenti bovini ed ovi-caprini''.
Il responsabile del Centro di riferimento dell' Organizzazione Mondiale della Sanita' (Oms) Walter Pasini ha dichiarato: "Ha fatto bene il ministero della Salute a predisporre un programma di controlli su tutti i caseifici che lavorano latte di bufala in sei province campane, dopo questo piano di controlli a tappeto dovra' capire da dove ha avuto origine la diossina che ha contaminato il latte. ''I controlli sulla totalita' dei caseifici vanno benissimo - osserva Pasini - perche' il campione non e' mai rappresentativo dell'universo e puo' riguardare una zona che non rispecchia la totalita' della realta' produttiva''. Per l'esperto dell'Oms e' anche importante che ci sia ''una vidimazione da parte dell'Istituto Superiore di Sanita' e non solo a parte delle Aziende sanitarie locali''. Ma terminati i controlli, prosegue Pasini, bisognera' capire da dove e' arrivata la diossina che ha contaminato il latte. Pasini si e' inoltre ''stupito'' delle affermazioni fatte nei giorni scorsi da alcuni esperti che hanno fatto riferimento alla tollerabilita' di valori minimi di questa sostanza tossica: ''la diossina - dice Pasini - non deve esserci nel latte ne' negli altri alimenti. Si tratta di un inquinante e percio' va studiato il rapporto fra l'inquinamento ambientale e la presenza di questa sostanza negli alimenti. Se c'e' legame con le discariche abusive, questo va appurato con chiarezza. Non si puo' escludere - conclude - finche' non si sapra' con certezza quali tipi di rifiuti siano stati sotterrati e finche' non si appurera' in modo scientifico qual e' la causa della presenza di diossina''.
Sono poco piu' di 100 i campioni di mozzarella analizzati all'
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Regione Lombardia e dell'Emilia Romagna per conto del Ministero della Salute. ''Posso confermare - afferma il direttore generale Stefano Cinotti - che i valori dei 'pcv' cioe' dei policlorobifenili di cui fa parte anche la diossina, sforano ma non in maniera eclatante''. L'istituto continuera' ad analizzare per conto del Ministero, campioni di mozzarella per tutto il mese di aprile. Per Cinotti, comunque l'allarme e' immotivato. Anche se alcuni campioni non rispettano i limiti di legge, e dunque da un punto di vista legale devono essere ritirati dal mercato, non ci sono pericoli per la salute. ''La diossina - spiega - da' un'intossicazione di tipo cronico, cioe' per accumulo nel tempo, chi la mangia sporadicamente non ha nulla da temere''. All'origine dell'inquinamento ci sarebbero processi di combustione. ''Ovunque e' presente un grosso polo industriale - conclude - c'e' la possibilita' di rilevare forti quantitativi di diossina nell'aria e nel terreno. Se gli animali sono nutriti al pascolo la sostanza entra nella catena alimentare, mentre se vengono alimentati con cibo comprato il problema non si pone''. (ANSA).