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DIOSSINA, STOP A CAMPAGNA NEGATIVA

DIOSSINA, STOP A CAMPAGNA NEGATIVA
Doppio controllo sulla diossina nel latte:giudiziario e sanitario. Regione e allevatori chiedono tempi rapidi di risposta delle analisi. L'IZS di Portici: partire dai caseifici per arrivare ai conferenti. Autorità mobilitate per chiudere una campagna negativa. "Si è montata una campagna negativa che penalizza i tanti produttori onesti, che sono la stragrande maggioranza, che tutti i giorni lavorano per un prodotto che è fiore all'occhiello del nostro agroalimentare di qualità". Il Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro interviene a difesa del prodotto e dei produttori di qualità e aggiunge: "chi sbaglia deve pagare, i controlli ci sono e vengono applicati". Su questo aspetto batte anche l'assessore regionale alle Attività Produttive, Andrea Cozzolino, secondo il quale il sequestro "di circa 80 allevamenti non significa che è presente diossina al di sopra dei limiti consentiti. Significa che per il principio di precauzione il latte di 80 aziende che conferivano il latte ai 29 caseifici non sarà utilizzato fino a quando non sarà accertata la salubrità del prodotto".

In quindici giorni sono stati 66 gli allevamenti posti sotto sequestro cautelativo nel casertano per la presenza di diossina nel latte. Su 70 analisi a campione eseguite negli ultimi 10 giorni nelle due Asl della provincia, 30 sarebbero risultate fuori norma. Dati in contraddizione con quanto autocertificato dalle aziende, secondo le quali non c´è diossina. Il prefetto di Caserta, Ezio Monaco, ha sollecitato la Regione Campania ad intervenire per accelerare i tempi di risposta delle analisi sui campioni di latte e mozzarella. Ci si mobilita anche per prevedere - ha annunciato Paolo Sarnelli, responsabile del settore veterinario regionale - un ristoro agli allevatori per i costi sostenuti o da sostenere.

Dopo che in questi mesi sono stati raccolti dall´Istituto Zooprofilattico sperimentale di Portici i campioni inviati ai laboratori per le diossine, si attende l´esito dei risultati per inchiodare i responsabili. L´Istituto ha prelevato da gennaio 2007 ad oggi 326 campioni prevalentemente su latte e derivati in 165 caseifici e in 25 casi è stata evidenziata un´anomalia. La positività, spiega il commissario Antonio Limone, «è in valori di poco superiori alla soglia consentita dalla norma». L´elenco di 66 allevamenti che sono stati individuati per avere conferito il latte ai 25 caseifici in questione è stato ampliato con altri 17 sui quali si è deciso di concentrare i controlli. «Siamo partiti - spiega Limone - dai caseifici che rappresentano l´anello finale della catena perchè la priorità è la tutela del consumatore. Poi siamo andati a ritroso per arrivare alle aziende conferenti». Si tratta di imprese che ricadono in particolare nel territorio dell´Asl Caserta 2, cioè Castelvolturno, Cancello Arnone e Marcianise. Riguardo ai danni sulla salute dei consumatori Limone frena. E spiega: «Per avere effetti nocivi occorrerebbe un consumo di quantitativi giornalieri notevoli e prolungati nel tempo. Ma con una rete di controlli di tutela della salute pubblica la mozzarella possiamo continuare a mangiarla senza problemi». Secondo il commissario dell'Istituto zooprofilattico di Portici, Antonio Limone, "in questa vicenda non c'entra l'emergenza rifiuti. Il problema sono i siti contaminati e le aree nelle quali si trovano gli allevamenti. Ora si attendono i risultati delle analisi sui campioni prelevati dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Portici (Napoli) e portati nei laboratori per le diossine di Teramo.

Le associazioni degli allevatori sollecitano una maggiore celerità nelle analisi di laboratorio sul latte di bufala e sulla mozzarella prodotta, per verificare l'eventuale presenza di diossina in misura superiore al consentito al fine - spiegano in un comunicato - di risolvere i gravi problemi che continuano a creare disagi tra produttori e trasformatori, interessati dai provvedimenti adottati dalle autorità sanitarie. Coldiretti ha annunciato la volontà di costituirsi parte civile nei confronti di eventuali comportamenti criminosi e chiede una rapida conclusione delle indagini.

C´è poi un altro aspetto al vaglio della magistratura: ordinanze di chiusura di allevamenti per il rischio diossina mai eseguiti. Indagini sono in corso per individuare il ruolo di sindaci e di pubblici ufficiali e per capire perchè i sequestri non sono stati messi in atto. Sul versante delle verifiche che fanno capo all´assessorato regionale si cercano tra oltre 80 aziende della zona casertana quelle che hanno venduto a 25 caseifici campani latte con diossina. Le ipotesi accusatorie sulla quale si indaga sono avvelenamento di sostanze alimentari, frode, commercializzazione di prodotti adulterati.