Appaiono ogni giorno sulle pagine web scene di animali maltrattati. Interrogazione al Ministro Gentiloni che risponde: quotidiane le segnalazioni alla Polizia postale. Impossibile un monitoraggio totale e costante dei contenuti immessi dagli utenti.
"Appaiono ogni giorno sulle pagine web scene di animali torturati, picchiati, uccisi: si tratta di reati che nella maggior parte dei casi non vengono puniti". L'On Bruno Mellano si è rivolto al Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, chiedendogli attivarsi nei confronti dei provider e di impedire la diffusione di questo materiale". "Il sadismo nei confronti degli animali- dichiara Mellano- è un reato analogo a ogni tipo di comportamento che danneggi fisicamente un animale o implichi un comportamento innaturale per la sua indole". L'onorevole cita le segnalazioni ricevute dall'ENPA: un gatto lanciato da una scarpata, uno scoiattolo attirato con un esca e sbattuto con violenza con una catapulta rudimentale contro un albero, una tartaruga bruciata viva, un piccolo felino addirittura decapitato.
Gentiloni ha risposto che "il servizio di Polizia postale e delle comunicazioni riceve quotidianamente segnalazioni di utenti internet relative alla localizzazione in rete di foto o filmati che documentino la commissione, vera o presunta, di reati di ogni genere, compresi quelli relativi a maltrattamenti o uccisione di animali".
Il Ministro ha aggiunto che notizie di questo tipo, acquisite anche attraverso il Commissariato on line, vengono attentamente controllate e , laddove venga effettivamente accertata la natura illegale, si procede ad informare l'Autorità giudiziaria.
Tuttavia, Gentiloni aggiunge che " allo stato non esistono, strumenti normativi che obbligano i provider nazionali all'inibizione dell'accesso da parte degli utenti italiani a tali siti su segnalazione dell'Autorità, così come invece previsto per quelli pedopornografici (articolo 14-quater della legge 3 agosto 1998, n. 269).
"Ii contenuti immessi dagli utenti - ha proseguito il Ministro delle Comunicazioni-non debbono violare i termini del contratto stipulato con il fornitore del servizio e che, di norma, comprendono il divieto di pubblicare materiale osceno, illegale, relativo a violenze o più genericamente ritenuto offensivo o improprio, pena la rimozione immediata del contenuto stesso. Gli stessi provider, pur ribadendo più volte che le difficoltà di natura tecnica rendono impossibile un monitoraggio totale e costante dei contenuti immessi dagli utenti, hanno in più occasioni collaborato fattivamente con il servizio della Polizia postale, all'oscuramento di siti e-o contenuti illegali, fornendo su richiesta e con procedure particolarmente celeri, tutti gli elementi utili all'identificazione di utenti ritenuti responsabili di reati, per il loro successivo deferimento all'Autorità giudiziaria".