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ESAME DI STATO, VARATA LA RIFORMA

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri, in via definitiva, dopo il via libera del Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, la riforma dell'accesso alle professioni e dei relativi esami di Stato. In parallelo alla riforma dei percorsi universitari (revisione delle Classi di Laurea ex Dm 270/2004), è stato predisposto lo schema di regolamento che aggiornerà la struttura delle prove dell'esame di Stato ed i requisiti per l'accesso agli Ordini (Laurea, laurea magistrale e tirocinio che sarà obbligatorio, serio, continuativo e certificato), nonché del Dm 9/9/1957, relativo alla composizione delle commissioni esaminatrici e le modalità di svolgimento degli esami di Stato, per renderli più trasparenti e qualificanti.
"Vengono così interamente ridisciplinati i requisiti per l'ammissione all'esame di Stato, le relative prove e commissioni esaminatrici per tutte le professioni già comprese nel Dpr 328/2001, e oltre a queste, per gli statistici, i tecnologi alimentari, i farmacisti ed i veterinari", ha detto il Ministro Moratti.
Lo schema di regolamento aggiorna la disciplina dei requisiti per l'ammissione all'esame di Stato, nonché, per molte delle professioni, le relative prove la composizione delle commissioni esaminatrici e le modalità di svolgimento degli esami, relativamente alle professioni di: dottore agronomo e dottore forestale, architetto, pianificatore paesaggista e conservatore, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, consulente del lavoro, farmacista, geologo, giornalista, ingegnere, psicologo"statistico", tecnologo alimentare, veterinario agrotecnico, geometra, perito agrario, perito industriale. Il Dpr 328/2001 ha costituito un punto di partenza per la riforma del sistema di accesso alle professioni. Infatti, con l'introduzione del "3+2" e l'autonomia didattica degli Atenei è venuto meno lo stretto raccordo tra percorsi formativi e sbocchi professionali: pertanto era necessaria una verifica più seria dell'idoneità ad esercitare una professione.
Inoltre è stato rafforzato il metodo del "dialogo progettuale" con gli Ordini professionali. La proposta è stata elaborata da una Commissione mista formata da rappresentanti dell'Università e dei professionisti.
È stata rivista complessivamente la disciplina del tirocinio, considerato dagli ordini professionali essenziale ai fini della formazione del futuro professionista: introducendolo anche laddove oggi non è previsto; assicurando nuove modalità di svolgimento che ne garantiscano la serietà, la continuità, il carattere effettivamente professionalizzante; aprendo alla possibilità di svolgerlo presso una struttura pubblica o privata accreditata dagli Ordini; ponendolo sotto la gestione e la responsabilità degli Ordini (attraverso la supervisione di un tutor iscritto all'albo da almeno cinque anni) e la verifica del percorso formativo, qualora sia svolto durante il percorso di studi.
Il professionista presso il quale il tirocinio viene svolto vigila sull'attività del tirocinante, al fine di verificare che questa sia volta all'apprendimento delle tecniche professionali ed all'acquisizione di esperienze applicative. Il consiglio dell'ordine territoriale verifica l'effettivo svolgimento del tirocinio, anche tramite resoconti del tirocinante o colloqui con questi. Si è concordato con gli Ordini una diversa durata del tirocinio:sei mesi per la professione di medico veterinario. La possibilità di svolgere il tirocinio anche in parte già nel percorso universitario risponde all'esigenza di accrescere il livello di preparazione, senza gravare sulla lunghezza del percorso, in modi da garantire un più rapido accesso al mondo del lavoro, in linea con le tendenza europee.
Se i tempi saranno rispettati, già dalla seconda sessione degli esami di Stato del 2006 saranno adottate le nuove discipline relative ai requisiti di accesso, alle nuove prove d'esame e alle nuove procedure per l'esame di Stato. In generale, per evitare di creare problemi ai giovani, sono state inserite delle norme transitorie atte a garantire le aspettative dei giovani già in procinto di accedere alle professioni. (fonte: miur)