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RICERCA ATS BRESCIA E IZSLER

Latte alimentare: nuovo approccio multiclasse ai residui

Latte alimentare: nuovo approccio multiclasse ai residui
L’approccio multiclasse testato negli allevamenti bresciani è "un grande cambiamento per la ricerca dei residui e per il controllo di alimenti sempre più sicuri".

Il latte alimentare in commercio è stato al centro di una progetto di ricerca presentato dalla ATS di Brescia e dall'IZSLER il 14 aprile scorso. Il progetto ("Metodo multiclasse in LC-HRMS: un nuovo approccio analitico per la ricerca di residui di antibiotici nel latte")  è nato da una collaborazione pubblico-privato, che ha coinvolto istituzioni (ATS Brescia e IZSLER ed Emilia-Romagna)  e privati  (allevatori, associazioni di categoria e veterinari aziendali).

LMR sempre più bassi- Perseguendo finalità di contrasto dell'antimicrobico resistenza, il latte è stato analizzato utilizzando una nuova tecnica strumentale, il Metodo multiclasse in LC-HRMS, in grado di rilevare quantità infinitesimali di farmaci, anche fino 1000 volte più bassi dei limiti di sicurezza consentiti. L'obiettivo del progetto era  infatti quello di affinare i metodi di ricerca degli antibiotici per ridurne ulterioriormente la presenza, dal momento che il consumatore e i media sono sensibili alla presenza di LMR  anche quando i limiti sono a livelli di assoluta sicurezza.

L'approccio multiclasse- La nuova tecnica di rilevamento dei farmaci  è stata sviluppata dall'Istituto Zooprofilattico e si basa sulla combinazione di cromatografia liquida e spettrometria di massa ad alta risoluzione. Nel latte, questa tecnica consente di determinare contemporaneamente una serie di antibiotici, come ad esempio le penicilline, le cefalosporine, gli amfenicoli, i sulfamidici, i chinolonici, le tetracicline, i macrolidi, le rifamicine per un numero complessivo di oltre 60 molecole.  Inoltre, questa tecnica consente di ricavare informazioni sia sulla struttura chimica delle molecole che sulla loro concentrazione anche quando queste sono presenti a livelli di contaminazione inferiori ai limiti di legge (anche 100-1000 volte inferiori al limite di legge) riuscendo ad “vedere” la struttura chimica di ciascun antibiotico tutto questo sullo stesso campione contemporaneamente.
Per i protagonisti del progetto di ricerca, l’approccio multiclasse "rappresenta un grande cambiamento per il settore della ricerca dei residui e quindi nel controllo degli alimenti aumentandone la sicurezza. L’approccio “multiclasse” è applicabile  non solo al latte, ma a tutte le matrici d’interesse alimentare come carne, uova, miele".

Affidabilità della filiera- Il progetto ha coinvolto 11 impianti della provincia di Brescia e circa 150 allevamenti, con prelivi su 52 cisterne  in due tempi:  a settembre e a dicembre del 2020. I dati sui consumi dei farmaci sono stati ricavati dal sistema della ricetta elettronica che permettono di monitorare tutte le fasi produttive del latte e di disporre di un quadro aggiornato dell'uso di antibiotici.
Gli esiti acquisiti non hanno permesso di rilevare residui testimoniando la corretta gestione del farmaco veterinario nella filiera sottoposta a controllo.
L'iniziativa sostiene l’affidabilità della filiera, in un comprensorio, l'ATS di Brescia, con 1200 allevamenti di bovini da latte. La provincia di Brescia produce il 40% del latte nazionale ed è la prima in Lombardia per la produzione di latte crudo (1,5 milioni di tonnellate di latte sul totale lombardo di 5,6 milioni) sia per l'export che per il consumo locale.

Il progetto di ricerca è stato illustrato il 14 aprile scorso da Antonio Vitali, Silvia Bellini (Resp. Osservatorio epidemiologico-IZSLER) e Giorgio Fedrizzi (Dir. Dipartimento Sicurezza Alimentare IZSLER). La presentazione è stata affidata all'assessore lombardo all'agricoltura Fabio Rolfi, insieme a Claudio Vito Sileo (Direttore Generale ATS-Brescia) e Piero Frazzi (Direttore Generale IZSLER).

pdfCOMUNICATO_STAMPA_ATS_BRESCIA_IZSLER.pdf320.31 KB