Per la Commissione Politiche Europee della Camera la proposta di regolamento europeo su benessere e tracciabilità di cani e gatti, "non è conforme" al principio di sussidiarietà.
Non ci sono i presupposti perchè l'Unione Europea adotti una iniziativa legislativa come quella proposta dalla Commissione Europea in materia di cani e gatti. La funzione di "sussidiarietà" del Legislatore europeo - secondo la XIV Commissione Politiche Europee della Camera- non è ravvisabile. Bocciata quindi la proposta di regolamento formulata a Bruxelles sul benessere e la tracciabilità di cani e gatti allevati o detenuti a scopo commerciale o nei rifugi.
La finalità della Commissione Europea è di garantire un elevato livello di tutela ai cani e gatti dell'Unione e di migliorarne la tracciabilità per prevenire fenomeni quali il commercio illegale, la diffusione di pratiche dolorose come l'amputazione di orecchie e coda, la diffusione di malattie, che possono aumentare il rischio di trasmissione di zoonosi e contribuire alla resistenza antimicrobica, e costituire una minaccia per la salute pubblica.
"Sono complessivamente condivisibili le finalità della proposta"- si legge nel parere approvato dalla Commissione- ma non il principio di sussidiarietà, non essendo sufficientemente evidente il valore aggiunto di una armonizzazione integrale della normativa di settore, "che potrebbe comportare importanti oneri di spesa da parte degli allevatori non associati ad un reale beneficio per gli animali". La XIV Commissione ha anche preso atto della relazione del Governo che sulla proposta di regolamento aveva espresso dubbi di sostenibilità.
Fra i contenuti che non hanno convinto i deputati italiani figura in primo luogo una imprecisa nozione di "stabilimento" e anche l'assenza di parametri oggettivi in base ai quali va accertata la capacità degli addetti alla custodia degli animali ( in particolare "di riconoscere le loro espressioni, compreso qualsiasi segno di sofferenza», e di ridurre al minimo i rischi per il benessere degli animali"). Risulta preferibile anche riferirsi ad "eventi climatici estremi" piuttosto che a "condizioni climatiche avverse" per quanto riguarda le condizioni di alloggiamento degli animali.
Nel parere si obietta anche ad aspetti strutturali connessi alle esigenze di socializzazione di cani e gatti e al divieto di tenere cani esclusivamente in spazi indoor.
In conclusione, occorre "circoscrivere" la portata e l'ambito del potere di intervento legislativo dell'Unione Europea. Il parere della XIV Commissione della Camera sarà trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea.
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