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DICHIARAZIONI FISCALI

Tregua fiscale, come funziona il ravvedimento "speciale"

Tregua fiscale, come funziona il ravvedimento "speciale"
Entro il 31 marzo è possibile regolarizzare le violazioni dichiarative commesse sino al 2021, con una forma di ravvedimento speciale più conveniente di quella ordinaria.

La tregua fiscale ((commi da 174 a 178 della Legge di Bilancio 2023) contempla una forma "speciale" di ravvedimento operoso che consiste nel pagamento di un diciottesimo del minimo edittale per le sanzioni, a cui si aggiungono l’imposta e agli interessi dovuti. Il sito specializzato PMI chiarisce che è già operativo, senza la necessità di provvedimenti attuativi.

Il ravvedimento speciale 2023 si applica alle violazioni per dichiarazioni (purchè validamente presentate) relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai precedenti. Sono ammesse le violazioni sostanziali dichiarative e quelle prodromiche alla presentazione della dichiarazione.

Si paga in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2023 oppure in massimo 8 rate, versando la prima rata entro lo stesso termine, contestualmente alla rimozione delle irregolarità. Pagando a rate, scattano – a partire dalla seconda – interessi del 2% annuo. Le scadenze di pagamento sono il 30 giugno, il 30 settembre, il 20 dicembre e il 31 marzo di ciascun anno.

Se il contribuente non ha ricevuto comunicazioni dal Fisco e vuole comunque mettersi in regola, può farlo pagando sanzioni ridotte (un diciottesimo del minimo), così come avviene se ha ricevuto verbali o avvisi di accertamento e sceglie di rinegoziare il dovuto con l’Agenzia delle Entrate.

Avvertenza-  La misura non va confusa con la ​sanzione per invio tardivo della dichiarazione dei redditi. La dichiarazione tardiva è soggetta a sanzione fissa di 250 euro, che può essere ridotta a 1/10 (25 euro) tramite ravvedimento operoso e contestuale regolarizzazione (invio del Modello) entro 90 giorni dalla scadenza del 28 febbraio 2023. Superati i 90 giorni scatta una sanzione tra il 120% e il 240% delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro e non si può più ricorrere al ravvedimento operoso.