• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31020

Reazioni alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C

Reazioni alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C
Per i presidente della FOFI la libera vendita di dei farmaci di fascia C, quelli non rimborsati dal SSN, è "un'ipotesi molto pericolosa". Per il Governo è giusto lasciarli al mercato. Per il Ministro della Salute la scelta "sta dentro i principi di fondo del SSN e della farmacovigilanza.

La liberalizzazione della vendita dei farmaci in fascia C (a carico dei cittadini) con obbligo di ricetta, fino ad oggi esclusiva delle farmacie, pubbliche e private, convenzionate con il Ssn, ci sarà. La liberalizzazione, che consentirà di vendere questi prodotti anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione, con obbligo della presenza di un farmacista, si potrà attuare solo nei comuni sopra i 15 mila abitanti.
Il ministro della Salute Renato Balduzzi. "E' un percorso che era iniziato già qualche tempo fa. Noi abbiamo, come ministero della Salute, cercato di inquadrare questa scelta della liberalizzazione dentro i principi di fondo del Ssn, la farmacovigilanza in modo particolare. Nel testo del decreto legge tutto questo è espresso molto chiaramente e credo che sotto questo profilo ci sia anche un'attenzione a tutti i legittimi interessi che sono in questo settore, che è un settore molto importante".
Il Presidente della FOFI Mandelli: "Stiamo registrando la forte preoccupazione per possibili misure governative che portino alla liberalizzazione della vendita dei farmaci di Fascia C soggetti a prescrizione. Giudichiamo questa un'ipotesi molto pericolosa, che ci allontana dall'Europa, dove in nessun paese si dispensano farmaci su prescrizione fuori dalla farmacia convenzionata". Ad affermarlo è il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli, secondo il quale "a fronte di benefici tutti da provare per il cittadino", un'ipotesi del genere "di fatto sottrae al circuito monitorato dal Servizio sanitario nazionale una quota non indifferente dei consumi farmaceutici, perdendo quindi la possibilità di sapere con precisione quali e quanti medicinali assumono gli italiani". Per la Federazione "non si tratta di sottovalutare l'importanza della presenza dei colleghi nei corner della grande distribuzione e nelle parafarmacie, non è in discussione la loro professionalità, come qualcuno strumentalmente vuol far credere, ma non si può dimenticare il fatto che le farmacie sono inserite in un flusso informativo continuo, che permette al Ssn di monitorare al meglio prescrizioni e consumi pressoché in tempo reale".
"Inoltre - aggiunge Mandelli -, liberalizzare la fascia C significa ridurre le entrate delle farmacie che spesso solo grazie alla vendita dei farmaci non rimborsati riesce a sostenere l'erogazione dei medicinali a carico del Ssn: ricordo che in alcune regioni del Mezzogiorno i ritardi nei pagamenti da parte delle Asl si misurano in mesi. Ci auguriamo - conclude il presidente della Fofi - che il Governo, prima di procedere a modifiche così radicali e dagli esiti negativi per un servizio d'eccellenza come quello farmaceutico, attui con le parti interessate quella politica di confronto nel merito che è patrimonio irrinunciabile per qualsiasi Governo tecnico. In questo caso, ribadiamo la totale disponibilità della Federazione, anche a riprendere un percorso di riforma che aumenti il numero delle farmacie e il servizio ai cittadini e offra così prospettive concrete a tutti i colleghi. Una riforma, soprattutto, che ci terrebbe nel cuore dell'Europa che conta".