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CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

Direttiva qualifiche: ammissibile il riconoscimento parziale

Direttiva qualifiche: ammissibile il riconoscimento parziale
L'igienista che nel suo Paese può fare prestazioni da dentista può essere limitato dallo Stato Membro ospitante. Ma può esercitare. L'ha stabilito la Corte del Lussemburgo.


E' un principio generale della Direttiva Qualifiche che i professionisti che beneficiano del riconoscimento automatico della loro qualifica abbiano accesso alla totalità delle attività esercitabili nello Stato membro ospitante. Rientrano in questo principio anche le professioni sanitarie, come quella di Medico Veterinario (oltre a quella di medico, infermiere generalista, dentista, veterinario, ostetrico e farmacista) in virtu del principio unionale di libertà di circolazione e di esercizio professionale.

Tuttavia, per la Corte di Giustizia Europea- è ammissibile una deroga alla "totalità", ovvero la possibilità di accesso/esercizio parziale. La stessa Direttiva Qualifiche, afferma la Corte, non esclude che lo Stato membro ospitante circoscriva l'ambito di esercizio, in particolare quando possono presentarsi implicazioni di sanità pubblica o di sicurezza dei pazienti.

La Corte di Giustizia Europea si è pronunciata su un un caso sottoposto dalla Francia, arrivando alla conclusione - nel caso specifico- che un igienista dentale qualificato in un altro Stato Membro possa vedersi negata l'autorizzazione ad esercitare (in Francia) se non è anche qualificato come odontoiatra. Come a dire: se l'igienista dentale nello Stato di provenienza può svolgere mansioni da odontoiatra, nello Stato ospitante questa ampiezza di competenze può essere ridimensionata a misura di igientista dentale con preclusione delle attività di competenza odontoiatrica.

Per il Giudice Europeo  l’accesso parziale all'esercizio professionale è ammissibile in due casi
-qualora nello Stato membro ospitante le attività interessate rientrino in un ambito di attività più vasto che nello Stato membro d’origine
-quando le differenze siano così ampie da rendere necessario esigere che il professionista segua un programma completo di istruzione e di formazione per colmare le sue lacune.

La causa ha visto contrapporsi il Governo francese e i sindacati dei dentisti sostenuti da altre sigle del settore sanitario (medici e farmacisti). La tesi - perdente- di questi ultimi era che non si sarebbe dovuto concedere a chi non è qualificato odontoiatra alcuna autorizzazione, nemmeno parziale.