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INTERVISTA

Zootecnia, ANMVI al Sole 24Ore: servono più Veterinari

Zootecnia, ANMVI al Sole 24Ore:  servono più Veterinari
Camilla Curcio ha intervistato per il Sole 24 Ore Marco Colombo e Francesco Orifici. La scarsa disponibilità di Medici Veterinari impatta su filiera e qualità dei cibi. Fabbisogno da ripensare.

Pur coprendo una grossa fetta del Pil e dell’export italiano, negli ultimi anni il settore zootecnico sta facendo i conti con una massiccia riduzione del numero di medici veterinari. Un problema sottovalutato che coinvolge più livelli. Dal comparto universitario alla filiera agroalimentare, fino ai consumatori e all’intero sistema Paese. Il Sole 24 ore ha intervistato Marco Colombo, vicepresidente ANMVI con delega agli animali da reddito, e Francesco Orifici, medico veterinario presidente di Anmvi Lombardia.

Sono sempre di più i giovani laureati che orientano la propria carriera verso il trattamento degli animali da compagnia. Cani, gatti o specie esotiche hanno la meglio su bovini, ovini o caprini, innescando un meccanismo tutt’altro che circoscritto all’Italia e riconoscibile sul territorio europeo ed extraeuropeo.

"Penso che l’origine del fenomeno sia strutturale e derivi da una sostanziale incapacità di prevedere quello che succede sul campo", sottolinea Marco Colombo. "La previsione del numero dei professionisti necessari viene fatta sulle esigenze del servizio sanitario nazionale e non su quelle del mondo della professione. Questo crea uno sfasamento tra quello che serve e quello che viene programmato".

A pesare sulla carenza di veterinari, però, è anche uno scarso assortimento delle nuove leve. "Ai miei tempi, gli iscritti avevano provenienze sociali diverse da quelle riscontrabili oggi", spiega Francesco Orifici, "c’erano tanti figli di allevatori e di contadini, orientati verso il mondo degli allevamenti, e c’era più varietà tra chi iniziava a studiare la materia da zero e chi aveva chiaro il percorso da fare".

Uno scenario ormai remoto: i test d’ingresso privilegiano chi arriva dalla città ed è provvisto di buona cultura generale. Ad avere la meglio sono i liceali a scapito dei ragazzi che, per studi o storia familiare, sarebbero più affini a muoversi verso il mondo della zootecnia. «La veterinaria, come la medicina umana, soffre il meccanismo del numero chiuso, da rivedere in parallelo ai criteri di selezione», chiosa il professor Gaetano Oliva, docente di clinica medica veterinaria all’università Federico II di Napoli. Non solo: secondo Oliva, a condizionare gli iscritti, potrebbero essere state anche “le informative che hanno additato gli allevamenti intensivi tra le cause dell’inquinamento”.

Un restyling dei meccanismi, tuttavia, non è prevedibile. "La prova d'accesso non cambierà nel prossimo futuro" precisa Domenico Bergero, coordinatore della Conferenza dei direttori di dipartimento di medicina veterinaria. "La scarsità di professionisti è percepita e non c'è dubbio occorra una riflessione. La Federazione degli ordini ha avviato una verifica per capire come instradare i colleghi ma è difficile pensare di poter aprire corsi ad hoc, diretti a chi vuole dedicarsi agli allevamenti. Il corso di veterinaria è sotto il sistema di accreditamento Eaeve, le cui norme non prevedono quest’opzione, e continuerà a essere generalista. Tuttavia gli studenti conoscono il problema e la buiatria è redditizia, non escludo che il mercato possa riequilibrarsi da solo”.

Quale la strategia per correggere il tiro? Sul fronte accademico, lavorare sulla specializzazione. E valorizzare percorsi a stampo zootecnico nelle facoltà agevolate, per geografia, dalla disponibilità di risorse sul territorio. Puntare sulla programmazione e, per Orifici, "istituire tavoli tecnici con addetti, Miur e università". Prevenire l'emergenza. Discorso impellente se guardiamo alle ripercussioni su controlli e cibi. "La mancanza di clinici non permette di soddisfare i prerequisiti per avere allevamenti, animali e prodotti sani" chiarisce Colombo. "Mettere controllo, verifica e aspetto sanitario a valle della filiera non funziona. I risultati diqualità si ottengono solo col lavoro che l'allevatore fa se supportato dal veterinario competente. Una figura essenziale e insostituibile in ogni step del percorso".

Comparto zootecnico in sofferenza, servono più medici veterinari