• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30856
PROCURA DI LODI

Falsa identità di un cucciolo, il veterinario patteggia

Falsa identità di un cucciolo, il veterinario patteggia
Caso di un cucciolo dall'Est con 2 identità: nei guai venditore e veterinario. I proprietari lo credevano nato in Italia

Un cucciolo di cane maltese che arriva da un paese dell'Est Europa, viene dichiarato morto e poi viene rivenduto ma con un'altra identità e una diversa data di nascita: è l'ipotesi, formulata dalla procura della Repubblica di Lodi, che ha fatto finire sotto processo un commerciante di animali  e un medico veterinario. 

Il primo, imputato per frode in commercio, il secondo per "falso in certificati". Entrambi hanno preferito patteggiare già alla prima udienza, con pena sospesa: 9 mesi il negoziante, 6 il veterinario. No comment dal difensore, che si limita a chiarire «il patteggiamento non è un'ammissione di colpevolezza».

Secondo l'accusa, nata dopo che l'animale aveva avuto problemi di salute, la famiglia che aveva acquistato il piccolo maltese all'inizio dello scorso anno era convinta di aver scelto un cane nato in Italia e in regola con l'età per essere commercializzato, che è di almeno tre mesi. Si era però scoperto che il chip di cui era stato dotato era collegato in precedenza a un altro cane maltese, che risultava importato dall'Est Europa e morto due mesi dopo. Il cucciolo acquistato risultava nato il 29 ottobre, quello morto, invece, il 22 dicembre. Da qui l'ipotesi che qualcuno avesse manomesso i documenti relativi al chip e che il cagnolino arrivato dall'estero non fosse in realtà morto, ma che potesse essere lo stesso che era stato poi venduto nel Sudmilano. La pubblica accusa ha quindi ritenuto che il commerciante fosse al corrente del raggiro e che fosse necessaria anche la collaborazione di un veterinario.

La vicenda si inserisce nel moltiplicarsi di indagini su traffici sospetti di cuccioli allevati in Ungheria, che verrebbero importati prima dei 3 mesi e 21 giorni di età che la legge italiana impone per motivi legati all'etologia ma anche al percorso di vaccinazioni contro malattie anche gravi. Più volte anche nel Sudmilano polizia e Forestale, anche con il supporto di associazioni zoofile, hanno denunciato trasportatori e commercianti, con il sospetto che le violazioni di legge consentano di mantenere i prezzi bassi e aumentare gli utili. (fonte: Il cittadino di Lodi)