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ANIMALI ALIMENTI E VETERINARIA

Covid-19 e Medicina Veterinaria al question time

Covid-19 e Medicina Veterinaria al question time
Migliaia in collegamento per il question time "Covid-19 e Medicina Veterinaria" trasmesso da EV- Eventi Veterinari in streaming. Molte e apprezzate le domande rivolte dai medici veterinari ai docenti di virologia veterinaria chiamati a fare il punto sull'emergenza in atto.


"All'Università di Bari ci occupiamo di coronavirus da molto tempo, li conosciamo bene"- ha esordito il prof. Nicola Decaro in collegamento dal Dipartimento di Medicina Veterinaria per il question time "Covid-19 e Medicina Veterinaria" trasmesso oggi da EV Eventi Veterinari. "Hanno plasticità genetica, possono adattarsi ai recettori di una nuova specie"-  ha aggiunto Decaro che - con il Professor Canio Buonavoglia, docente di malattie infettive a Bari e con il professor Sergio Rosati del Dipartimento di Veterinaria di Torino- ha affrontato il punto focale  di questa emergenza: "la trasmissione interumana".

Molte le domande inviate ai docenti, apprezzate dagli accademici per la qualità "che denota una preparazione di fondo molto elevata". A rivolgerle è stato il Direttore Editoriale di EV, Enrico Febbo. In collegamento via web anche Paolo Sani, Ad di MSD Animal Health, l'azienda farmaceutica che in questi giorni ha lanciato la campagna #AlTuoFianco.

Pipistrelli e wet market- lI nuovo coronavirus (Sars Cov-2) è stato messo in relazione ai pipistrelli e - benchè la comunità scientifica non abbia ancora detto  l'ultima parola sulla questione- il professor Sergio Rosati in streaming dall'Università di Torino- ha spiegato che "nel pipistrello albergano numerosi virus temibili". Il pipistrello "vive sulla terra da 50milioni di anni in co-evoluzione con tantissimi virus"- ha spiegato Rosati, di modo che "tra ospite e parassita si crea una convivenza e le infezioni sono silenti".

Accanto al pipistrello "serbatoio di virus" c'è anche un fattore socio economico, secondo Rosati, che ha citato i wet market. "In alcune regioni come il Centro-Africa o l'Asia, esiste una lunga tradizione rurale a consumare animali selvatici". Si entra a contatto con deiezioni, animali eviscerati. "Queste abitudini confinate in aree rurali non avevano il potenziale pandemico che hanno questi wet market quando sono portati nelle grandi città. Questo aumenta il rischio di contatto con materiale infetto, non escluderei che gli addetti alle cucine fossero sieropositivi a questo virus da molto prima della pandemia".

Gli animali da compagnia in tutto questo?- Cani e gatti non sono interessati da questo processo. Rosati: "sono le vittime non il pericolo, la capacità che il virus ha sviluppato è di diffondersi nell'uomo". Decaro distingue le domande: il cane e il gatto possono infettarsi? Se si infettano possono rappresentare un pericolo? Le risposte vengono dal famoso caso del Pomerania di Hong Kong che per ripetute traccie di Sars Cov-2 nei tamponi nasali ha fatto pensare al passaggio dall'uomo al cane, poi l'attesa per il responso della sierologia (negativa) e "una replicazione insignificante- ha detto il prof. Canio Buonavoglia: "il cane non può costituire in alcun modo un pericolo, non è un untore".
Rosati ha annunciato la preparazione di un test sierologico: "La settimana prossima potremmo essere pronti"- ha detto lanciando un appello ai Colleghi che volessero procurare sieri di cani e gatti da zone rosse. Se si dimostrasse l'assenza di sieroconversioni, si potrebbe dare una volta per tutte "una grande risposta".

Il vaccino per l'uomo contro Sars Cov-2- Non è tecnologicamente difficile fare un vaccino, i problemi sono legati alla verifica di efficacia e di innocuità. Tempi comunque lunghi, 12- 18 mesi, e almeno una trentina di aziende che ci sta lavorando. "La veterinaria può dare qualche informazione suppletiva"- afferma Buonavoglia, alla luce dell'esperienza dei vaccini contro la bronchite infettiva del pollo o per la coronavirosi del bovino. "Se impiegati correttamente, i vaccini danno buone forme di protezione, altre volte possono essere inefficaci o non servire."Nessun veterinario pensa di vaccinare i cani per coronavirus non perché sia pericoloso, ma perché è inutile".

Gestione pratica dei pet in casa- Ci si è soffermati sulla presenza di positività umana in famiglia. Rosati: "Degli animali si deve occupare un'altra persona per lo stesso principio di distanziamento che vale per tutti".

Gli alimenti- L'infezione è trasmessa dall'uomo: le cariche infettanti contenute nella saliva, a breve distanza possono contaminare le superfici e le sostanze inanimate, come gli stessi alimenti. il tramite però non è l'alimento. "Il tramite è è sempre la mano" ha spiegato Rosati soffermandosi sull'uso corretto dei guanti di protezione e sulle regole igieniche nella manipolazione dei cibi.

Non solo la mascherina- I proprietari continuano a presentarsi al Veterinario anche durante questa emergenza sanitaria. A quelle contenute nei vari protocolli, si aggiunge la raccomandazione di indossare anche gli occhiali protettivi quando si ha a che fare con il proprietario- perchè i carrier umani, asintomatici, sono molti di più di quello che si pensava- e di tenere la distanza anche se si indossa la mascherina.

La persistenza negli ambienti del virus- Ne ha parlato Decaro, citando le pubblicazioni più recenti al riguardo e che non sono concordi; tuttavia si tratta di tempi di resistenza di molto inferiori (ore) a quelli dei parvovirus (mesi) noti alla veterinaria. Pulire e sanificare resta in ogni caso una misura imperativa, come la corretta disinfezione negli ambienti veterinari. Le strade? Secondo Decaro, i raggi ultravioletti o la pioggia possono inattivare i virus, "le strade non rappresentano un problema"- ha detto.

"Non trascurerei il contagio attraverso il contatto con le superfici - ha detto Buonavoglia- e anche se la mascherina è raccomandata per chi ha l'infezione in atto, "mettiamola perchè previene il contatto accidentale". Purchè venga cambiata e non utilizzata a lungo, ha aggiunto il docente. "Le superfici possono essere contaminate da mani sporche di virus: penso al carrello della spesa, alla pompa di benzina, ai tasti del bancomat: proteggere le mani, insieme agli accorgimenti del caso sull'uso corretto dei guanti, è importante"- ha affermato Buonavoglia.

Rimanere sul mercato- "Dobbiamo essere al fianco dei veterinari e continuare a fornire i prodotti di cui hanno bisogno- ha detto Paolo Sani (MSD Animal Health). Se le derrate alimentari continuano ad essere garantite- ha aggiunto- è perchè il settore degli animali da reddito lavora e anche lì MSD è presente."Il Veterinario è l'unica figura di riferimento per gli animali e questo ha un impatto anche sull'uomo". MSD Animal Health ha supportato la realizzazione del question time sul Covid-19 e ha lanciato l'hashtag #AlTuoFianco.

Non perdiamo di vista lo studio delle malattie infettive- In chiusura una considerazione corale sul "ritorno" in auge di discipline come la virologia e le malattie infettive. Rosati: "Ci siamo concentrati sulla medicina di precisione, grazie alle tecnologie, ma non perdiamo di vista l'epidemia nel suo complesso, il mondo veterinario è molto più preparato"- ha concluso.

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Il Question Time "Covid-19 e Medicina Veterinaria" (video qui)