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NOTA DELLA DGSAF SULLA PSA

Cinghiali selvatici in Belgio campanello d'allarme per Italia

Cinghiali selvatici in Belgio campanello d'allarme per Italia
Peste Suina Africana (PSA) in cinghiali selvatici trovati morti in Belgio. Informato dalla Commissione europea, il Ministero della Salute italiano (DGSAF) ha diffuso ai Servizi Veterinari indicazioni per prevenire l’introduzione del virus sul territorio nazionale, "nonché per la gestione di un’eventuale emergenza".

Nella sua nota odierna, la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari (DGSAF) osserva che "il ruolo del cinghiale non può essere sottovalutato". Inoltre, la consistenza delle popolazioni di cinghiali selvatici è in aumento, uno scenario che -insieme ad altri fattori ecologici -può essere funzionale alla persistenza e alla diffusione del virus nell’ambiente.

Oltre ad un aggiornamento della situazione epidemiologica europea, la nota ministeriale- che include fra i destinatari anche le Associazioni Venatorie- fornisce  alcune raccomandazioni a salvaguardia del territorio nazionale, considerato che la Peste Suina Africana è "uno dei maggiori rischi sanitari che minacciano il comparto suinicolo, con conseguenze devastanti sul piano della mortalità e della morbilità" e che - "nonostante gli sforzi per raggiungere l’eradicazione recentemente intensificati e rimane endemica anche nella Regione Sardegna".

Un campanello d'allarme per l'Italia- La scorsa settimana è stato gestito sul territorio nazionale un sospetto focolaio di infezione a carico di un allevamento situato in una zona ad alta densità suinicola. "Con tempestività ed efficienza - riferisce la nota della DGSAF- le analisi hanno permesso di escludere la presenza del virus PSA e le misure di restrizione subito adottate sono state velocemente revocate". E tuttavia, "il gravissimo rischio occorso ha rappresentato un campanello di allarme considerando ciò che potrebbe accadere nel caso in cui l’Italia continentale fosse coinvolta dall’epidemia europea in corso".
La pronta gestione mostrata dal sistema veterinario in questa occasione, "deve costituire un punto di riferimento per prevenire, per quanto possibile, l’introduzione del virus della PSA sul territorio nazionale, nonché per la gestione di un’eventuale emergenza".

Attività venatoria e notifica al Servizio Veterinario- Ogni sospetto da parte di allevatori, cacciatori e Autorità di controllo venatorie deve essere immediatamente notificato al Servizio Veterinario competente per territorio il quale deve adottare tutte le misure previste dal manuale operativo.

Trasporti non autorizzati-  Il rischio di diffusione della malattia è rappresentato anche dal “fattore umano”. Un’attenzione particolare va rivolta, quindi, al trasporto da parte di viaggiatori di carni e prodotti a base di carne di suino e cinghiale non autorizzate (fuori dai circuiti della filiera alimentare ufficiale). Questa modalità di diffusione, definita appunto “fattore umano” è stata all’origine dei più recenti casi nella Repubblica Ceca e in Ungheria e, presumibilmente, dei recentissimi casi in Belgio: i due focolai in Belgio sono stati rilevati in un’area a notevole distanza dalle zone in cui la malattia è oramai endemica.

Il ruolo delle Associazioni venatorie- Da non trascurare il ruolo dell’esercizio venatorio nelle aree infette, con la possibilità che i cacciatori possano fungere da vettori meccanici del virus e/o possano trasportare al seguito carni infette degli animali cacciati.
In relazione a tali rischio, un ruolo importante può essere svolto dalle Associazioni venatorie, che sono state invitate dal Ministero ad attivare una capillare sensibilizzazione dei propri iscritti che potrebbero svolgere attività venatorie in aree interessate dalla malattia. A tal fine, la nota ministeriale rinvia alla  consultazione della mappa delle aree a rischio.
Inoltre, il Ministero raccomanda la diffusione di un video realizzato dall'EFSA. L'invito alla divulgazione è rivolto sia ai Servizi veterinari "a tutte le categorie potenzialmente interessate" sia alle Associazioni venatorie nei confronti dei loro iscritti.

Attività di vigilanza veterinaria -La nota ministeriale richiama le attività di vigilanza veterinaria in particolare per quanto riguarda:
- la sorveglianza in allevamento;
- la sorveglianza al macello;
- la verifica del mantenimento di elevati standard di biosicurezza in allevamento;
- la gestione dei rifiuti di origine animale;
- la sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiale, testando ogni cinghiale trovato morto per PSA e PSC.
- l’ estensione alle introduzioni di suini e carni fresche di suini e cinghiali provenienti dal Belgio delle attività di controllo affidate agli UVAC
- il supporto da parte dei PIF alle autorità doganali e l’interazione con queste ultime per intensificare i controlli dei bagagli al seguito dei viaggiatori provenienti da Paesi terzi al fine di scongiurare l’introduzione illegale di prodotti di origine animale.
Ogni sospetto deve essere immediatamente notificato al Servizio Veterinario competente per territorio il quale deve adottare tutte le misure previste dal manuale operativo per la Peste suina africana e il Piano Nazionale per le emergenze di tipo epidemico.

La Commissione Europea ha fatto sapere che invierà un team di esperti in Belgio, su richiesta delle stesse autorità sanitarie dello Stato Membro. Il Commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis lunedì incontrerà i ministri belgi della Vallonia e delle Fiandre. Intanto, essendosi verificati a circa dieci chilometri dal territorio francese, i focolai del Belgio hanno allarmato il Ministero dell'Agricoltura francese: Stephan Travert ha chiesto più rigore nell'attuazione dei piani contro la PSA.

Ultimi comunicati di AFSCA (Agenzia Federale del Belgio per la sicurezza della catena alimentare)

pdfNOTA_DGSAF-Aggiornamento_PSA.pdf182.83 KB