"Incomprensibili dichiarazioni da parte di importanti rappresentanti del Ministero dell'Ambiente che suonano come una vera e propria dichiarazione di guerra". Luigi Scordamaglia (Assocarni): si attacca la zootecnia perché è più facile che prendersela con energia e trasporti, ma le accuse agli allevamenti non hanno basi scientifiche.
Il Vice Presidente di Assocarni Luigi Scordamaglia, non ha apprezzato la posizione del Ministero dell'Ambiente che ha annunciato un piano di rientro dei gas serra con interventi pesanti sulla zootecnia.
Scordamaglia parla di "incomprensibili dichiarazioni da parte di importanti rappresentanti del Ministero dell'Ambiente che suonano come una vera e propria dichiarazione di guerra a un settore forse più facile da attaccare rispetto ma che ha indubbiamente una grande rilevanza economica e sociale, mescolando slogan e frasi fatte su una non ben definita dieta mediterranea che sarebbe basata su metodi di produzione agroalimentare limitanti al massimo le emissioni di protossido di azoto e di metano".
"Chi accusa gli allevamenti fa riferimento a dati scientifici da dimostrare o a volte apertamente non veritieri"- dichiara Scordamaglia ad Agrisole, citando per contro i dati del Joint Research Centre dell'Unione Europea che ha stimato che se si dimezzasse il consumo di carni, la riduzione sulle emissioni guadagnerebbe un irrisoria percentuale fra l'1 e il 2%.
E inoltre, il miglioramento dell'efficienza degli allevamenti bovini sia da latte che da carne e la diminuzione dell'impiego di fertilizzanti in agricoltura hanno portato ad una riduzione di emissioni di metano e composti nitrati -dati UE- dal 20 all'8 percento. In Italia l'ISPRA ha stimato al 6, 7 per cento il contributo del settore agricole alle emissioni antropogeniche di gas serra.
Scordamaglia conclude auspicando che il confronto riparta, soprattutto con i rappresentanti istituzionali, su basi non demagogiche e non di parte.