Studi di settore declassati a "presunzioni semplici". Per la Cassazione gli studi di settore sono solo "un indice rilevatore di una possibile anomalia del comportamento fiscale". Dopo questa decisione la portata degli studi andrà necessariamente ridotta.
Slitta la pubblicazione in Gazzetta degli studi di settore.
Tempi duri per gli Studi di Settore. Il Parlamento e la Suprema Corte infliggono due stop a questi strumenti di accertamento del reddito. Slitta infatti con il milleproroghe la pubblicazione in Gazzetta degli studi di settore: per l'anno 2009 è fissato il termine al 31 marzo 2010 per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale degli studi di settore, mentre per il 2010 il medesimo termine è fissato al 31 marzo 2011.
Intanto, la Cassazione riduce la portata degli studi di settore. Gli scostamenti di reddito dichiarato dal contribuente dagli studi di settore hanno natura presuntiva, rappresentando soltanto "un indice rilevatore di una possibile anomalia del comportamento fiscale". Insomma, sono delle presunzioni semplici e non gravi precise e concordanti. Tale gravità può derivare infatti soltanto dall'esito di un contraddittorio obbligatorio, pena la nullità dell'accertamento.
È questa la soluzione che le Sezioni unite civili della Cassazione, con quattro sentenze depositate ieri, hanno dato al contrasto sugli studi di settore che ha lasciato per mesi col fiato sospeso aziende e professionisti.
Insomma dopo questa decisione la portata degli studi andrà necessariamente ridotta.
"La procedura di accertamento standardizzato - si legge nel principio enunciato dal Collegio esteso nelle sentenze 26635, 26636, 26637, 26638 - mediante l'applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è ex lege determinata in relazione ai soli standard in sè considerati, ma nasce procedimentalmente in esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente". (fonte: Cassazione.net)