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TARIFFE, L'ANTITRUST AMMETTE SOLO LE MASSIME

TARIFFE, L'ANTITRUST AMMETTE SOLO LE MASSIME
Sulla riforma dell'ordinamento forense, l'Antitrust ha inviato una segnalazione al Governo e al Parlamento: potrebbe trovare giustificazione il mantenimento soltanto delle tariffe massime. Uso fuorviante da parte degli Ordini del concetto di "decoro professionale". La riforma della professione forense delineata dal Comitato ristretto della Commissione Giustizia del Senato "contiene disposizioni che determinano gravi restrizioni al funzionamento dei mercati e impongono oneri non giustificati a cittadini e imprese".

Lo scrive l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento. Per l'Antitrust, in particolare, "destano preoccupazione le disposizioni che prevedono l'estensione dell'ambito delle esclusive, le nuove modalità di accesso alla professione, la disciplina delle tariffe, delle incompatibilità e della pubblicità".

Con riguardo alle tariffe: l'Agmc ammette l' inderogabilità solo per le tariffe massime e spiega: "il testo in discussione prevede che gli onorari minimi sono inderogabili e vincolanti. Per l'Antitrust le tariffe fisse e minime non garantiscono la qualità della prestazione mentre restringono la concorrenza. A protezione del cliente e, in particolar modo, delle persone fisiche e delle piccole imprese, potrebbe trovare invece giustificazione il mantenimento soltanto delle tariffe massime, con riferimento a prestazioni con carattere seriale e di contenuto non particolarmente complesso. L'Autorità ribadisce che il concetto di decoro, utilizzato quale parametro per determinare il compenso, non deve prestarsi ad un uso fuorviante da parte degli ordini".

Allegati
pdf IL TESTO COMPLETO DELLA SEGNALAZIONE DELL'AGCM .pdf