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UOMO-CANE, TRENITALIA NON FERMI LA SVOLTA

UOMO-CANE, TRENITALIA NON FERMI LA SVOLTA
I test di laboratorio consegnati al procuratore Guariniello confermano che ad infestare le carrozze dei treni sono le cimici. Ma l'igiene delle carrozze non è l'unica questione che rischia di compromettere la corretta convivenza con gli animali. L'ANMVI ha scritto al Sottosegretario Martini. Il Presidente dell'ANMVI, Carlo Scotti, ha inviato oggi una lettera al Sottosegretario Martini per "formulare vivo apprezzamento per come si è concluso l'incontro di ieri con i vertici di Trenitalia".

Nella lettera, l'ANMVI esprime però il timore "che il Tavolo istituito dovrà sciogliere alcuni nodi prima di ricondurre il problema dell'igiene dei convogli e dell'accesso degli animali ad una maggiore fondatezza scientifica e ad un più corretto rapporto uomo-animale".

Ci auguriamo - scrive Scotti- che Trenitalia, che ha ragionevolmente sospeso il proprio ordine di servizio, non ceda a sollecitazioni di carattere "zoofobo" e senza fondamento scientifico, nemmeno per quanto attiene alla tipologia dei cani passeggeri ( taglia e razza), proprio ora che dopo anni di indiscriminate liste di proscrizione la responsabilità del comportamento del cane viene correttamente ricondotta al proprietario. Auspichiamo che Trenitalia faccia proprio il nuovo orientamento normativo in via di definizione al Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, lo sostenga e sia parte attiva di questa evoluzione culturale alla quale il nostro Paese finalmente approda dopo anni di ritardi ed errori".

Quanto all'igiene, "e' patrimonio consolidato dei più recenti studi di entomologia e parassitologia che le cause principali del rinnovato diffondersi delle cimici vadano ricercate nelle variazioni climatiche, nella crescita del numero dei viaggiatori, nella frequenza dei viaggi oltre che alle modifiche avvenute nell'impiego degli insetticidi per uso civile. Sul fenomeno sono in corso proprio in questi giorni importanti convegni scientifici".

Il problema dunque non può guardare al cane come ad un colpevole. "Al contrario, il nostro animale ne può risultare vittima né più né meno dell'uomo".

Il Presidente dell'ANMVI ha anche ringraziato Francesca Martini per aver ricordato che per i medici veterinari il collegamento fra la presenza di cani (animali di proprietà in genere) e la presenza di parassiti sulle carrozze non ha basi scientifiche. Anche l'ipotesi del certificato veterinario - conclude Scotti- "non avrebbe fatto altro che gravare sui proprietari con un inutile fardello burocratico, ostativo della considerazione sociale del rapporto uomo-animale".