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CARO TREMONTI, VOGLIAMO UN’IVA EUROPEA

CARO TREMONTI, VOGLIAMO UN’IVA EUROPEA
L'ANMVI ha riproposto al Ministro dell'Economia la riduzione dell'IVA sulle prestazioni veterinarie. Da titolare dello stesso Dicastero, cinque anni fa Tremonti rimbalzò la questione in Europa. Ma nel frattempo, nell'Unione a 27, lo scenario non è più lo stesso.

Il delegato dell'ANMVI ai rapporti con l'Europa, Giuliano Lazzarini, ha proposto all'UEVP (Union of European Veterinary Practitioners) di mettere all'ordine del giorno della prossima riunione di giugno l'armonizzazione delle aliquote IVA in Europa. L'iniziativa si richiama agli orientamenti della Corte di Giustizia europea volti ad uniformare le aliquote in territorio comunitario per il buon funzionamento del mercato interno europeo.

Nell' Europa a 27 anche la concorrenza tra professionisti si è "allargata" e, con particolare riguardo ai confini con l'Est Europa, sono già evidenti gli squilibri nell'offerta di prestazioni veterinarie dove l'imposta può fare la differenza per il proprietario. Inoltre, dopo il recepimento delle norme comunitarie che equiparano le qualifiche dei veterinari europei, non è pensabile che si possa davvero favorire la libera circolazione dei professionisti differenziando il trattamento fiscale delle loro prestazioni. Non mancano le ragioni da portare avanti in sede europea per abbassare l'IVA, ma non mancano nemmeno in sede di confronto con le autorità italiane.

[IMMAGINE3]L'ANMVI si muoverà nuovamente nei confronti del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che durante il suo precedente mandato ci aveva rinviato alle decisioni di Bruxelles. Ma stavolta è intervenuta una novità che l'ANMVI non mancherà di far presente: alla fine dell'anno scorso il Comitato Europeo per gli Affari Economici e Monetari ha proposto di modificare il meccanismo delle deroghe nazionali, consentendo agli Stati Membri di applicare aliquote più basse. Questa facoltà riguarderebbe beni o servizi necessari, come ad esempio alimenti e cure mediche, posto che ne venga evidenziato il livello di necessità sociale, economica o ambientale e tenendo presente il vantaggio per il consumatore.


Si aprono dunque due strade, quella europea e quella nazionale, senza trascurare nemmeno il contributo del Legislatore che riproporrà al Parlamento la riduzione dell'IVA sulle prestazioni veterinarie e una più consistente defiscalizzazione
delle spese a favore dei proprietari.