Sarà consegnata al futuro Governo l'intesa sul riordino della previdenza dei professionisti sottoscritta dall'Adepp e dal Ministro del Lavoro uscente Cesare Damiano. De Tilla: punto di partenza per consolidare i fondamentali della previdenza privata.
Il Presidente dell'Adepp Maurizio de Tilla e il Ministro del Lavoro Cesare Damiano hanno sottoscritto un documento che riconosce, senza chiaroscuri, la natura privata degli enti previdenziali. Si tratta di un "memorandum", come l'ha definito l'Adepp, che verrà portato al prossimo Governo come punto di partenza per il riordino della previdenza privata. Un riordino che dovrà affrontare tutte le tematiche legate alla previdenza dei professionisti: l'autonomia, la natura privatistica, l'obbligatorietà di iscrizione.
In base al documento siglato al Ministero del Lavoro, ora al vaglio del Ministero dell'Economia, lo Stato assume a tutti gli effetti il ruolo di regolatore e non di gestore o erogatore diretto dei servizi previdenziali. Questo significherà che le circolari e gli atti ministeriali fisseranno regole compatibili con il principio dell'autonomia e che gli organi pubblici si limiteranno ad una funzione di controllo.
La piattaforma, elaborata insieme all'ufficio legislativo del Ministero del Lavoro, sarà consegnata al prossimo Governo perché si traduca in un decreto. L'autonomia delle Casse, riconosciute nero su bianco come associazioni di diritto privato, si concretizzerà nelle scelte organizzative e, dunque, anche in una maggiore indipendenza nella determinazione delle aliquote contributive. Per le Casse si pensa ad un sistema di controlli dei costi amministrativi meno formale: non solo l'invio annuale dei consuntivi, ma una periodica acquisizione di informazione tecnica. La funzione di vigilanza avrà come unica finalità quella di garantire la sostenibilità degli enti. Per il Ministero l'accordo è un segnale di "armonia tra l'utilità collettiva del ruolo svolto dalla previdenza professionale e il rispetto della sua natura privata".
Il memorandum apre anche ad un sistema fiscale più equo al welfare professionale con una graduale eliminazione della doppia tassazione e invita a legare la contribuzione del professionista a meccanismi premianti per incentivare forme di previdenza complementare.