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TARIFFE MASSIME, LETTERA DI MESSA IN MORA ALL’ITALIA

TARIFFE MASSIME, LETTERA DI  MESSA IN MORA ALL’ITALIA
Le tariffe massime rappresentano vincoli ingiustificati all'attività sul mercato italiano dei professionisti stranieri. Così il Commissario Europeo minaccia l'Italia di deferimento alla Corte UE. L'Antitrust nazionale approva.

Non basta l'abolizione dei minimi tariffari decisa dal Decreto Bersani, anche le tariffe massime ostacolano la concorrenza, in particolare la concorrenza dei professionisti comunitari, liberi di offrire le loro prestazioni ai cittadini d'Europa.

Il Commissario Europeo al Mercato interno, Charlie McCreevy ha inviato una lettera di messa in mora all'Italia (secondo stadio della procedura d'infrazione) chiedendo di fare cadere i tetti delle tariffe forensi entro due mesi, pena il deferimento alla Corte di Giustizia europea. Il Garante per la Concorrenza Antonio Catricalà non poteva non essere d'accordo con Bruxelles: le tariffe massime costituiscono un ostacolo all'esercizio della professione. Anzi, il Presidente dell'Antitrust coglie l'occasione per accusare le professioni di essere ingessate e di bloccare il mondo del lavoro perché si basano sulla trasmissione ereditaria delle attività.

L'intervento di Bruxelles è volto soprattutto a eliminare vincoli ingiustificati all'attività sul mercato italiano di grandi studi legali stranieri. Secondo McCreevy, le tariffe massime configurano una violazione degli articoli 43 e 49 dei Trattati Ue che tutelano la libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi. Il professionista di un altro Paese europeo, anche se preferito dal cliente italiano, non può infatti applicare tariffe superiori a quelle massime nazionali, nemmeno per tenere conto delle spese di viaggio e traduzione.
Il Consiglio Forense chiede aiuto al Governo e sostiene che "il mantenimento di un tetto massimo delle tariffe professionali è nell'interesse dei consumatori e li garantisce da eventuali abusi contrattuali". Sul punto, Bruxelles è pronta a concedere l' ammissibilità dei massimi tariffari solo quando sono in gioco i diritti fondamentali della persona. Per il resto, nel rapporto tra cliente e professionista, dovrebbe prevalere la libertà contrattuale, accompagnata dalla possibilità di contestare gli onorari ritenuti eccessivi di fronte al Consiglio dell'Ordine o a un altro organo competente.