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PROFESSIONI NON REGOLAMENTATE E RIFORMA

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La presa di posizione dell’avvocatura sulla riforma delle professioni arriva in un momento cruciale. Nelle prossime settimane, la Commissione ministeriale coordinata dal sottosegretario alla Giustizia, Michele Vietti, concluderà i suoi lavori consegnando la proposta di legge quadro E in dirittura d’arrivo gli avvocati sono riusciti a trovare una posizione comune. E’ stata anche riaffermata la necessità di garantire «autonomia e indipendenza degli Ordini (...) in particolare attribuendo ai Consigli degli Ordini la funzione e il giudizio disciplinare». Sulle associazioni professionali, il punto di vista del mondo forense è stato espresso in modo chiarissimo: nessun «riconoscimento pubblico di associazioni che operino in settori già oggetto di attività professionale esercitata da professionisti iscritti in albi ed elenchi tenuti da Ordini e Collegi professionali, e non abbiano titoli di studio superiori (laurea)». «Particolarmente preoccupati» per la richiesta di «status semipublico» avanzata dalle professioni non regolamentate, gli avvocati hanno chiarito così il concetto: «la forma della associazione professionale riconosciuta non dovrebbe comunque giustificare il proliferare di associazioni che parcellizzino l’attività professionale e la conseguente struttura organizzativa delle professioni ordinistiche». Se e quanto questa impostazione potrà trovare accoglienza nel progetto della Commissione Vietti lo si capirà giovedì 28 novembre, quando il gruppo di lavoro ministeriale si riunirà per esaminare le proposte di modifica al testo base sulle associazioni e, per la prima volta, si metterà mano alla disciplina degli Ordini. ( Diritto e Giustizia.it )