Bonus mamme dall’Inps anche alle professioniste. L’importo sarà di 40 euro al mese ma il reddito annuo non deve superare i 40mila euro.
Sarà l’Inps a erogare il bonus mamme versione 2025 anche alle libere professioniste iscritte alla relative casse di previdenza. Non solo: l’importo mensile di 40 euro sarà maturato anche a fronte di attività lavorativa per parte del mese. Lo riporta il SOle 24 Ore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 95/2025. La misura è prevista dall'articolo 6 "
Integrazione al reddito per le lavoratrici madri con due o più figli".Il provvedimento rinvia di un anno, al 2026, l’attuazione dell’esonero contributivo previsto dalla legge di Bilancio 2025 e sostituisce l’agevolazione con un bonus esente da prelievo contributivo e fiscale destinato a: 1) madri con due figli, fino al compimento del decimo anno di quello di età inferiore; 2) madri con almeno tre figli, con reddito da lavoro non a tempo indeterminato (e subordinato), fino al compimento del diciottesimo anno di quello più giovane.
Il contributo potrà essere richiesto, all’Inps, sia dalle lavoratrici dipendenti e da quelle che svolgono lavoro autonomo, purché iscritte a una gestione previdenziale obbligatoria tra cui le Casse di previdenza professionali e la gestione separata dello stesso Inps (ma è escluso il lavoro domestico). In tutti i casi è necessario avere un reddito da lavoro non superiore a 40mila euro su base annua (non è specificato se del 2025 o del 2024), che per le madri con almeno tre figli non deve derivare da lavoro dipendente a tempo indeterminato.Il bonus, esente da contribuzione previdenziale e prelievo fiscale, si matura mensilmente, ma verrà corrisposto a dicembre, fino a un massimo di 480 euro.
Il testo finale del decreto legge precisa che la maturazione avviene anche per ogni «frazione di mese di vigenza del rapporto di lavoro o dell’attività di lavoro autonomo». Quindi se ci sarà attività lavorativa, anche parzialmente, in tutti i mesi dell’anno si maturerà l’importo pieno, altrimenti verrà riconosciuto l’ammontare corrispondente ai mesi di attività lavorativa.
Il vecchio esonero contributivo
Invece, per le madri con reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato, con almeno tre figli e fino al compimento del diciottesimo anno di età da parte del più giovane, resta in vigore l’esonero contributivo introdotto dalla legge di Bilancio 2024 (articolo 1, comma 180, della legge 213/2023). Quest’ultimo consiste nell’esenzione dei contributi previdenziali a carico della lavoratrice fino a un massimo di 3.000 euro all’anno, ma riparametrati su base mensile (quindi massimo 250 euro al mese e 8,06 euro al giorno, come precisato nella circolare Inps 27/2024). Ne consegue che se il rapporto di lavoro si interrompe, anche la fruizione dell’esonero si ferma, a meno di una nuova occupazione a tempo indeterminato. Tali importi, a differenza del nuovo bonus, sono soggetti a prelievo fiscale. Il lavoro domestico è escluso anche in questo caso.
Ipotesi di avvicendamento
La formulazione del testo lascia presupporre che, nell’ipotesi di conclusione di un contratto a tempo indeterminato da parte di una madre con almeno 3 figli e passaggio a uno determinato o al lavoro autonomo, potrebbero avvicendarsi le due forme di bonus. Infatti la disposizione stabilisce che l’importo mensile di 40 euro sia corrisposto a condizione che il reddito annuo da lavoro non sia superiore a 40mila euro, che tale reddito non scaturisca da contratto dipendente a tempo indeterminato e «in ogni caso, per ogni mese o frazione di mese di vigenza del rapporto di lavoro o dell’attività di lavoro autonomo non coincidenti con quelli di vigenza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato».
Quindi, nell’ipotesi di passaggio da una forma di lavoro all’altra, verrebbe comunque riconosciuto un aiuto economico sempre che vi sia attività lavorativa nel mese. (
fonte)
DECRETO-LEGGE 30 giugno 2025, n. 95 Disposizioni urgenti per il finanziamento di attivita' economiche e imprese, nonche' interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali.