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Antibiotici veterinari, in Francia il dato più basso dal 1999

Antibiotici veterinari, in Francia il dato più basso dal 1999
L'Agenzia nazionale francese per i medicinali veterinari ha pubblicato il rapporto annuale sugli antibiotici veterinari.
Una comunicazione sul sito ufficiale dell'Agenzia Anses evidenzia che in Francia - dove il monitoraggio delle vendite di antimicrobici è stato avviato nel 1999 - i valori sono in costante calo dal 2006, fino a scendere, per la prima volta nel 2013, al di sotto dei valori di vendita attestati 14 anni prima(- 5,5%).

L'Anses- che  ha attinto ai risultati della rete di sorveglianza epidemiologica resistenza agli antimicrobici nei patogeni animali (RESAPATH)-  osserva anche una diminuzione della resistenza agli antibiotici cosiddetti 'critici' (cefalosporine di terza generazione  e i fluorochinoloni di quarta generazione) nel settore degli animali da reddito. Tuttavia, il quadro d'insieme richiede ulteriori sforzi di monitoraggio in alcune specie animali, tra cui cani e gatti, cani e gatti, essendo necessario disporre di dati più precisi sull'impiego di antibiotici per specie e classe di animali.

Nel 2013 il volume totale delle vendite di antibiotici è stato pari a 699 tonnellate; nello stesso anno anche l'esposizione complessiva nel 2013 è diminuita del 7,3% rispetto al 2012, e del 15,7% rispetto agli ultimi cinque anni. Ma questa tendenza generale - osserva l'Anses- "deve essere qualificata, in base alle specie bersaglio e alle classi di molecole".
Tra il 2012 e il 2013, l'esposizione agli antibiotici è diminuita del 6,6% per i bovini, del 5,4% per il pollame, maiali 4% e dell'1,7% per i carnivori domestici. Tuttavia, è aumentata del 3,6% per i conigli. Nel corso degli ultimi cinque anni, l'esposizione per via orale è diminuita del 24,3%, mentre è cresciuta del 9,4% con riguardo agli antibiotici iniettabili. Secondo l'Anses, la riduzione nell'ambito della somministrazione orale è dovuta principalmente alla diminuzione dell'uso di premiscele medicate (- 45,9% in 5 anni - 15,4% nel 2013 rispetto al 2012), ma verosimilmente, questi cambiamenti riflettono una diminuzione dell'uso di antibiotici in sede di prevenzione.

L'esposizione di animali agli antibiotici critici si è stabilizzata negli ultimi anni. Nel 2013, considerando tutte le specie, si è osservata una significativa diminuzione dell'uso di cefalosporine (- 9,8% rispetto al 2012) e una minore dei fluorochinoloni (- 1,5%). Secondo l'Anses, si dovrebbero monitorare con attenzione gli aumenti in alcune specie animali, soprattutto cani e gatti, cani e gatti in particolare, per i quali l'esposizione alle cefalosporine è aumentato del 25% tra il 2012 e il 2013 e le fluorochinoloni 12, 2%. Le diminuzioni osservate sono maggiori nelle aziende che hanno messo in atto azioni specifiche. Così, dopo l'iniziativa dell'industria del suino verso il contenimento volontario dell'uso delle cefalosporine di ultima generazione, l'esposizione è scesa del 66% tra il 2010 e il 2013.

L'Agenzia ribadisce la sua raccomandazione di limitare l'uso delle cefalosporine e dei fluorochinoloni di ultima generazione e di considerarli come l'ultima spiaggia per situazioni specifiche che devono essere individuate per settore e rigorosamente regolamentati.