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INTIMIDAZIONI E RITORSIONI

Operazione Officium, nuovi particolari dalle intercettazioni

Operazione Officium, nuovi particolari dalle intercettazioni
“Se lei mi fa un foglio di distruzione di queste frattaglie, io chiamo chi di dovere e vediamo cosa le succede”.

C'è un retroscena intimidatorio nell'inchiesta Officium che vede coinvolti due veterinari cremaschi. Dalle intercettazioni utilizzate dalla Procura di Cremona, emergono le minacce che nell’agosto del 2021, il titolare del macello  avrebbe rivolto a una Veterinaria dipendente di Ats Valpadana distretto di Crema. La dirigente Veterinaria, da un anno svolgeva in quello stabilimento funzioni uffiicali di vigilanza. Così è partita l’operazione dei carabinieri del Nas “Officium”, culminata con l’arresto  del di­ret­to­re del distretto veterinario di Crema e del figlio, veterina­rio li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta.

“L’atteggiamento della proprietà è freddo e il proprietario mi osserva in continuazione con sguardo intimidatorio”, aveva segnalato la veterinaria ai suoi superiori, tra cui il Direttore del Distretto.

La professionista aveva riscontrato “numerose non conformità” nel macello, e il titolare, a suo dire, “aveva reagito in malo modo alle rilevazioni”. “Non mi sento tranquilla, viste le condizioni ambientali che si sono venute a creare”, aveva riferito la Veterinaria ai suoi capi. “Non riesco a svolgere il mio lavoro con tranquillità perchè mi sento intimidita dall’atteggiamento del titolare, che così non mi permette di lavorare serenamente e di svolgere i miei controlli in maniera completa”.

I particolari delle intercettazioni e degli atti sono diffusi dalla stampa locale cremonese e di giorno in giorno aggiungono elementi al quadro degli illeciti, aggravato da risvolti di grave perturbazione dell'attività professionale e personale della Veterinaria da cui sono partite le indagini, come riferito dai Carabinieri del Nas.

Dalle analisi dei tabulati telefonici era emerso che il titolare del macello aveva contattato il Capo Distretto al telefono: due chiamate ravvicinate e un sms. Una volta partite le indagini, i militari avevano scoperto il con­flit­to di in­te­res­se in capo al di­ret­to­re del di­stret­to veterinario, essendo il figlio con­su­len­te di quel ma­cel­lo. La veterinaria, nel frattempo, era stata trasferita e passata ad un altro incarico.

L’imprenditore aveva quindi esortato il Capo Distretto“quanto meno a limitare l’invio delle nuove leve presso il suo stabilimento durante la consueta e prevista vigilanza”.

Una volta entrati in campo i carabinieri del Nas, le intercettazioni di padre e figlio sono rivolte anche contro i militari. “Non ci sono più quelli di una volta”, dicono. “Bisogna fargli causa, cioè non è possibile una cosa del genere, cioè ma sono matti…. purtroppo non ci sono più i Nas di una volta… quando riuscivamo a parlarci, si riuscivano a gestire ’ste cose… adesso non si riesce più, questi qua non capiscono niente, sono solo malati di mente … sono andati. Quando riuscivamo a parlarci quando riuscivamo a parlarci…” .