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PROTEZIONE COLLETTIVA

Primo studio sperimentale sugli effetti della mascherina

Primo studio sperimentale sugli effetti della mascherina
Uno studio sperimentale sui criceti ha osservato l'efficacia protettiva della mascherina. L'autore è il ricercatore che fu tra i primi al mondo, ad allertare Pechino sulla circolazione del Sars Cov-2.

Da uno studio condotto dall'Università di Hong Kong su 45 criceti emerge che "l'efficacia di indossare una mascherina chirurgica è enorme", perché riduce "dal 60 al 75% il rischio di  contagio", afferma l'autore Yuen Kwok-yung, del dipartimento di malattie infettive della facoltà di medicina dell'ateneo della Città stato.

Il ricercatore, celebrato come un asian hero, è un veterano della Sars ed è anche stato uno dei primi a lanciare l'allarme sul Covid-19, il 17 gennaio a Wuhan, dove, con un gruppo di scienziati cinesi aveva osservato la trasmissione tra esseri umani, inviando un rapporto a Pechino.  Yuen Kwok-yung considera la protezione collettiva con la mascherina, uno degli strumenti decisivi, se non "il più importante", nella risposta all'epidemia.

La sperimentazione- Per dimostrarlo ha condotto una ricerca di laboratorio sui criceti, anticipando con una pre-pubblicazione i risultati ottenuti.I ricercatori hanno messo un gruppo di animali infetti e un altro sano in due gabbie separate. Le mascherine chirurgiche (le famose Ffp1) sono state distese a protezione di alcune gabbie, e un marchigegno apposito ha fatto circolare aria dalla gabbia dei malati a quella di criceti sani. Nella gabbia che non aveva la  protezione della mascherina, i due terzi dei criceti sani (66%) si sono infettati nel giro di una settimana, al contrario della gabbia  protetta nella quale si è infettato solo un terzo di quelli sani. Mentre ponendo una mascherina sulla gabbia degli animali infetti, il tasso di infezione è risultato scendere al 15%. "Ora sappiamo che un gran numero di persone infette non mostra sintomi, quindi l'uso universale della mascherina è davvero importante", ha riassunto il
ricercatore. (video)

Cautela e ulteriori ricerche - "Questo nuovo studio non è ancora stato pubblicato e dovremmo sempre stare attenti a non fare troppo affidamento sulle  pre pubblicazioni", ricorda Benjamin Cowling, professore alla School of Public Health dell'Università di Hong Kong, autore di uno studio approfondito sull'efficacia della mascherina sui coronavirus stagionali  pubblicato ad aprile."Usando piccoli animali piuttosto che esseri umani non garantisce certezza che l'infezione si possa diffondere allo stesso modo nell'uomo. Ma questo rimane uno studio importante", chiosa Cowling.

Protezioni diverse per popolazione e operatori sanitari- "Questo è il primo studio ad osservare specificamente gli effetti delle mascherine sul Covid-19", spiega Cowling. "Mostra che le maschere chirurgiche possono essere utilizzate per bloccare la trasmissione attiva, se indossate da persone infette, ma che possono essere anche utilizzate per proteggere persone che non sono infette". L'elemento principale è capire che l'uso della mascherina da parte del 'grande pubblico' non ha lo scopo di ottenere una protezione totale, impermeabile a qualsiasi contaminazione, come è necessario in ambienti quali un laboratorio o per le professioni a rischio, come gli operatori sanitari, che dovranno sempre utilizzare le Ffp2, protettive quasi al 100%.

Il ricercatore dell'Università di Hong Kong conclude mettendo in guardia da chi vorrebbe fare delle mascherine "l'alfa e l'omega della lotta alla pandemia". "Ci sono molti fattori
responsabili del successo nella risposta all'epidemia, primi fra tutti il distanziamento sociale per ridurre i contagi e le famose '3 T' ovvero "testare, tracciare e trattare" i malati. Le mascherine chirurgiche sicuramente aiutano - conclude - ma non credo che siano il motivo principale del successo" nella lotta al coronavirus. (fonte: AdnKronos Salute)