IVA ridotta sulle cure veterinarie e sugli alimenti per animali da compagnia: una interrogazione al Ministro Giancarlo Giorgetti sollecita l'impegno preso dal Governo. Ridurre la pressione fiscale per dare concretezza all'approccio One Health, sostenere le famiglie e anche per dare impulso all'economia nazionale. L'
iniziativa è della deputata
Carmen Letizia Giorgianni (FdI) che ricorda al Ministro delle Finanze
un impegno già preso in tal senso. Solo pochi mesi fa, durante l'ultima legge di bilancio, il Governo aveva accolto l'ordine del giorno dell'on
Maria Cristina Caretta, per una riorganizzazione del regime Iva che riduca la pressione fiscale sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per animali da compagnia, oggi gravati dall'aliquota massima del 22%. Ad accogliere l'ordine del giorno era stato il Sottosegretario alle Finanze
Federico Freni a nome del Governo.
Le cure veterinarie e i prodotti alimentari per animali da compagnia "non possono essere considerati beni di lusso". La richiesta per il Mef è di mantenere l'impegno preso e di valutare:
- estendere l'applicazione dell'aliquota ridotta anche alle prestazioni veterinarie -
l'inserimento del pet food nella tabella A, parte II, del Testo Unico dell'Iva (Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n. 633);
One Health non è un lusso- La rivalutazione del trattamento fiscale sulle prestazioni veterinarie discende dal loro carattere essenziale e in coerenza con il principio della One Health, così da garantire un effettivo sostegno alle famiglie e favorire una più ampia tutela della salute animale e, conseguentemente, della salute pubblica.
Aspetti economici e di tutela animale- L'interrogante, On Giorgianni, offre alcuni dati: il budget complessivo di spesa mensile per oltre la metà dei proprietari si colloca tra i 31 e i 100 euro; confrontando i dati 2024 con quelli 2025, si registra un incremento di oltre 6,5 punti percentuali nella fascia di spesa compresa tra 101 e 200 euro, di oltre 2,5 punti nella fascia 201-300 euro e di 0,2 punti nella fascia oltre i 300 euro. Ridurre l'Iva darebbe un sostegno concreto alle famiglie e alle associazioni di volontariato, ma anche un impulso all'economia nazionale, "che oggi subisce il contraccolpo della crescente diffusione degli acquisti tramite piattaforme online estere operanti in regimi fiscali più favorevoli"- dichiara la deputata.
Inoltre, una misura di riduzione dell'Iva " contribuirebbe anche a contrastare il fenomeno dell'abbandono degli animali, spesso determinato proprio dai costi elevati di mantenimento, e rispetto al quale l'Esecutivo ha recentemente introdotto norme più stringenti"- si legge nell'interrogazione.
L'iniziativa di Anmvi e Lav- In vista della manovra finanziaria, le associazioni Anmvi e Lav
si sono rivolte al Ministro dell’Economia, ai Segretari dei partiti e ai Capigruppo di Camera e Senato per sollecitare una revisione del regime fiscale applicato alle prestazioni veterinarie e agli alimenti per animali da compagnia.
Nel testo, Anmvi e Lav richiamano l’ordine del giorno- accolto dal Governo (9/2112-bis-A/53 Caretta-Ciaburro) - durante l’ultima sessione di Bilancio.
Non solo IVA- Alla rivalutazione dell'imposta sulle cure veterinarie e l'alimentazione degli animali da compagnia, l'iniziativa congiunta Anmvi e Lav suggerisce un incremento delle detrazioni fiscali per le spese veterinarie e l'introduzione della detraibilità delle polizze sanitarie veterinarie per animali da compagnia.
IVA, accolto odg: cure veterinarie sono "one health"ANMVI e LAV: fiscalità equa per gli animali da compagnia