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DDL DIVIETI

Con alimenti sintetici rischio antimicrobico resistenza

In mancanza di una specifica normativa europea, l'Italia vieta "con procedura d'urgenza" la produzione e la commercializzazione del cibi sintetici destinati al consumo umano e animale. Previste sanzioni fino al 10 per cento del fatturato annuo per i trasgressori. Il monitoraggio sarà effettuato dai Ministeri dell'Agricoltura e della Salute. Questi alimenti "possono contribuire alla diffusione di agenti patogeni resistenti agli antibiotici". Se l'EFSA li approvasse l'Italia non potrebbe opporsi.

Il disegno di legge proposto dal Ministro  Francesco Lollobrigida e approvato ieri dal Consiglio dei Ministri con "procedura d'urgenza" copre un vuoto normativo unionale in materia di alimenti sintetici. Il provvedimento, controfirmato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, vieta la produzione e l'immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici.

Per carne sintetica, artificiale o in vitro si intende un prodotto di carne animale originata dalle cellule staminali. L'obiettivo dichiarato è di "intervenire precauzionalmente a livello nazionale per tutelare gli interessi che sono legati alla salute e al patrimonio culturale".

I contenuti del disegno di legge- Il ddl- che una volta approvato dovrà passare al vaglio del Parlamento- reca "Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici" ed estende il divieto  al consumo umano e ai mangimi animali.
Viene sancito il divieto di impiegare, nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o comunque distribuire per il consumo alimentare, cibi o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati.
In caso di violazione il prodotto sarà confiscato e l'operatore è soggetto a una multa che va da 10mila fino ad un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente all'accertamento della violazione. 
Il monitoraggio sarà effettuato nell'ambito delle attività di competenza del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del Ministero della Salute.

Sanzioni- In caso di violazione delle norme, sono previste sanzioni amministrative pecuniarie da un minimo di euro 10.000 fino ad un massimo di euro 60.000, ovvero fino al 10 per cento del fatturato totale annuo, con l’indicazione comunque di un tetto massimo, oltre alla confisca del prodotto illecito. Si prevedono ulteriori sanzioni amministrative che intervengono sulla possibilità di svolgere attività di impresa, inibendo l’accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea, per un periodo da uno a tre anni.

Limiti ai divieti- I divieti contenuti all’articolo 2 della bozza di ddl non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell'Unione europea. Sotto il profilo eurogiuridico, il Sole 24 Ore annota che qualora l’Efsa dovesse approvarne l’uso negli Stati membri, per le regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi l’Italia non potrebbe opporsi alla loro distribuzione.

Evidenze scientifiche - In alcuni Paesi extra europei sono - si sottolinea nella bozza del provvedimento - "gli studi finalizzati alla produzione a fine commerciali di tali alimenti" e negli Stati Uniti è arrivato il via libera "alla prima carne di pollo prodotta in laboratorio cioè una carne che si produce facendo sviluppare in laboratorio cellule animali". "Lo status della ricerca e della sperimentazione degli alimenti sintetici sembra - si rimarca - essere ad una fase embrionale, tale per cui non si è nelle condizioni, scientifiche soprattutto, di poter escludere che tali alimenti prodotti artificialmente, non abbiano delle conseguenze negative per la salute degli esseri umani".

Non è affatto "verificato quale sarà l'effetto che il consumo di alimenti sintetici potrebbe generare" sulla salute umana, si sottolinea nella bozza del ddl. Inoltre "con riferimento alla sostenibilità dei prodotti di natura artificiale, non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino potenziali vantaggi per l'ambiente". E anzi "scienziati e ricercatori mettono in guardia anche dai rischi che tale produzione industriale potrebbe arrecare ai sistemi agricoli". Tra l'altro le carni coltivate "possono richiedere l'uso di antibiotici per garantire ambienti di crescita sterili. I residui di antibiotici possono persistere nei prodotti e contribuire alla diffusione di agenti patogeni resistenti agli antibiotici".
Nel corso della lavorazione vengono poi "utilizzati altri materiali pericolosi". “Da sottolineare che” - si legge ancora - "nel corso di una sperimentazione l'assunzione di alimenti ultra-lavorati è stata associata a un rischio più elevato di malattie cardiovascolari complessive".

Le reazioni - «Dopo l'autorizzazione per il consumo umano concessa dall'autorità alimentare americana Fda ai filetti di pollo creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della Good Meat, il rischio è una diffusione anche nell'Unione europea - si legge in una nota della Coldiretti - dove già quest'anno potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all'immissione in commercio. Ringraziamo il Governo per aver accolto il nostro appello a fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell'intera filiera del cibo Made in Italy».
Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, la fondazione che fa capo alla Coldiretti, definisce il ddl di Lollobrigida «un atto di responsabilità prima di tutto nei confronti del consumatore». Anche l’industria italiana del latte plaude all’iniziativa del governo: « Siamo al paradosso - commenta Paolo Zanetti, presidente di Assolatte - da un lato ci viene chiesto di investire per rendere le nostre produzioni ancor più attente all'ambiente, dall'altro investitori senza scrupoli, col pretesto della tutela dell'ambiente cercano di promuovere un prodotto che tutto è fuorché naturale, ed è quindi nemico dell'ambiente».
«La carne sintetica - scrive l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) - è un prodotto che offre una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne: una produzione che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare. Anche se la produzione di carne coltivata richiede l’utilizzo di cellule animali, può rappresentare un’alternativa cruelty free alla produzione di carne che può andare incontro a chi ancora non ha abbracciato la scelta vegetariana o vegana».

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