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DDL IN SENATO

Cosa rischia chi aggredisce un medico veterinario

Cosa rischia chi aggredisce un medico veterinario
Manca solo il passaggio al Senato e la prima legge contro gli atti di violenza in danno a un professionista sanitario sarà legge dello Stato. Attesa da molti anni, la legge introduce tutele penali e amministrative. Punibili anche le violenze verbali. Incoraggiata la videosorveglianza per la sicurezza negli ambienti di lavoro. Il Ministero della Salute dovrà promuovere il rispetto di tutte le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

Dopo l'approvazione alla Camera, il ddl 867-B  (Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni) è all'esame del Senato per la terza lettura.

Reato penale con aggravante- A legge emanata sarà penalmente perseguibile chiunque cagioni "lesioni personali gravi o gravissime" a un Medico Veterinario nell’esercizio della sua professione sanitaria, oppure  "a causa delle funzioni o del servizio".  La pena è la stessa già prevista dall'articolo 583-quater del Codice Penale:
-le lesioni gravi sono punite con la reclusione da quattro a dieci anni;
-le lesioni gravissime con la reclusione da otto a sedici anni.
Il fatto che la persona lesa sia un professionista sanitario è  una "circostanza aggravante" del reato più generale di "lesioni personali", contemplato dall'articolo 583 del Codice Penale.

Definizione di professione sanitaria- Quella del Medico Veterinario rientra espressamente fra le professioni sanitarie elencate dal ddl 867-B. Per l'individuazione delle professioni sanitarie, il testo si richiama inequivocabilmente alla legge n. 3/2018, cosiddetta Legge Lorenzin, che ha recentemente riordinato gli ordini professionali della sanità.

Tutelate penalmente anche le figure ausiliarie - La stessa pena prevista dall'articolo 583-quater si applica quando la lesione, grave o gravissima, venga cagionata a "chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività".

Procedibilità penale - Se il gesto violento non causa "una malattia nel corpo o nella mente", l'aggressore è penalmente punito  "a querela della persona offesa": a norma dell'articolo 581 del Codice Penale (Percosse) la condanna può essere la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 300 euro. Sono fatte salve le aggravanti dell'articolo 61 del Codice Penale, ovvero che l'aggressore abbia agito per motivi "abietti o futili" o per occultare un altro reato.

Sanzione fino a 5.000 euro per violenza verbale-Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque tenga "condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste" nei confronti di una professione sanitaria o di chiunque svolga attività ausiliarie o funzionale ad essa,- presso strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private- è soggetto alla sanzione amministrativa  da 500 a 5.000 euro.

Osservatorio nazionale per metà al femminile- Viene istituito presso il Ministero della salute un Osservatorio nazionale permanente con compiti di monitoraggio e di prevenzione dei fenomeni di violenza. La Camera dei Deputati ne ha modificato la composizione, prevedendo che per la sua metà sia formato da rappresentanti donne. Ne faranno parte gli ordini professionali e i sindacati di categoria.

Videosorveglianza e forze di polizia-  Fra i compiti dell'Osservatorio ci sarà il monitoraggio della sicurezza sul lavoro disciplinata dal Decreto Legislativo 81/2008, "anche promuovendo l'utilizzo di strumenti di videosorveglianza". Per prevenire gli episodi di aggressione, le strutture in cui operano esercenti una professione sanitaria dovranno inserire nei propri piani per la sicurezza la stupula di protocolli operativi con le forze di polizia "per garantire il loro tempestivo intervento".

Sensibilizzazione-  Spetta al Ministero della Salute promuovere iniziative di informazione sul rispetto del lavoro delle professionis sanitarie. Viene istituita la "Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari", allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza ad una cultura che condanni ogni forma di violenza. La giornata si celebra annualmente in una data che sara definita dal Ministro della salute insieme ai Ministri dell'istruzione e dell'Università.

Iter- Dopo il sì unanime del 21 maggio scorso alla Camera, il ddl dovrebbe fare un passaggio celere a Palazzo Madama in vista del varo finale. A spronare il Parlamento è stata soprattutto l'emergenza Covid-19 che ha comportato uno sforzo drammaticamente straordinario al sistema sanitario nazionale. Ma la questione delle violenze alle professioni sanitarie è aperta da molti anni. In campo Veterinario, il dibattito prese quota nel 2011, nel corso di un incontro organizzato da ANMVI e AIVEMP in Calabria, alla presenza del magistrato Nicola Gratteri che per primo introdusse il tema della criminilità organizzata.
Da allora, il fenomeno delle violenze ai medici veterinari non si è mai arrestato ed è sempre stato portato alla ribalta dei media e della politica con riscontri e attenzioni discontinue. Fino al ddl 867-B, presentato ad agosto del 2018 su iniziativa dell'allora Ministro della Salute Giulia Grillo.

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