• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30856
LA LETTERA

Figure para-professionali, ANMVI scrive all’On Bernini

Figure para-professionali, ANMVI scrive all’On Bernini
E’ apprezzabile l’iniziativa del deputato Paolo Bernini per fare chiarezza sull’infermiere veterinario, una figura non prevista dall’ordinamento veterinario italiano. ANMVI spiega la propria contrarietà a creare e a riconoscere profili para-veterinari.

Sull’interrogazione del parlamentare del Movimento 5 Stelle, On Paolo Bernini, l’ANMVI interviene per auspicare che "si possa fare definitivamente chiarezza”.
L'atto parlamentare è indirizzato al Ministro della Salute.

Nella sua lettera all'On Bernini, il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi esprime apprezzamento -per “il richiamo alle nostre prese di posizione contro l’esercizio abusivo da parte di laureati in discipline mediche e sanitarie diverse da quella veterinaria” - e d’altra parte “rammarico per il mancato inserimento nel Ddl Lorenzin di un emendamento che ne sancisse espressamente il divieto oltre che per il mancato consolidamento nel testo di legge della definizione di atto medico veterinario”. Sarebbe stato - scrive il Presidente ANMVI- “un segnale di concreta attenzione del Parlamento alla tutela del paziente animale oltre che una risposta definitiva alle preoccupazioni sollevate dall’interrogante sull’esercizio abusivo della nostra professione”.

L’ordinamento veterinario ammette solo due figure ausiliarie: il maniscalco e il castrino e non riconosce nessuna figura para-sanitaria in campo medico veterinario, ergo: “l’infermiere veterinario non esiste e non ha ragione di esistere in Medicina Veterinaria", spiega Melosi, citando la propria partecipazione ai lavori del Gruppo Area Veterinaria organizzato dall’ANVUR, “dove è chiaramente emerso che le rappresentanze non ritengono che sia il caso di avviare nuove iniziative didattiche per la formazione di figure professionali para-veterinarie, quale ad es. l’infermiere veterinario. La motivazione principale è che questi operatori entrerebbero in conflitto con i laureati in medicina veterinaria”. (cit Le Professioni nell’Università, ANVUR 2017)

Ben diversa è una figura tecnica, di supporto materiale e di assistenza alle procedure veterinarie (es. di tipo clinico-chirurgiche), che operi sotto il diretto controllo e sotto la responsabilità del medico veterinario, non potendo autonomamente (cioè in assenza o indipendenza dal Medico Veterinario) assumere alcuna decisione di intervento operativo sul paziente animale. "Una figura con "mansioni d'ordine e assistenza", disciplinata dal Contratto Collettivo Nazionale dei Dipendenti degli Studi Professionali (siglato nel 2015 dal Ministero del Lavoro e da Confprofessioni come parte datoriale) garantisce quella coerenza normativa, contrattuale e fiscale richiamata dall’interrogante". Inoltre, "una figura con tali caratteristiche di supporto tecnico non può che ricevere una istruzione a cura di Medici Veterinari, tanto più che trova collocazione in affiancamento a prestazioni veterinarie sempre più specialistiche, tecnologicamente avanzate e complesse che hanno determinato una crescente esigenza di adeguati supporti tecnico-ausiliari. L’inquadramento nel CCNL di Confprofessioni è lo strumento espressamente indicato al reclutamento di questo lavoratore-tecnico".

Non da ultimo, l'ANMVI rileva che - ai sensi di legge- questa figura "non è autorizzata ad approvvigionarsi di prodotti, materiali e strumenti destinati all’esercizio di prestazioni per le quali è abilitato solo il Medico Veterinario. Vale la pena, al riguardo, citare i farmaci veterinari e le politiche di uso prudente e prevenzione delle resistenze antimicrobiche, che non si gioverebbero di figure fuori dal controllo veterinario".

Tutti gli atti veterinari, come da definizione europea (FVE) e nazionale (FNOVI) richiedono una formazione universitaria pari a quella conseguita con titolo di laurea magistrale, quando non anche con titoli superiori di specializzazione. La delega all’esecuzione materiale di prestazioni di assistenza o preparatorie all’intervento del medico veterinario, vaccinazioni comprese, è considerata dalla FVE atto medico veterinario in quanto deciso ed eseguito sotto la responsabilità del Medico Veterinario.

Per quanto riguarda lo svolgimento di attività di formazione, l’ANMVI conclude citando il ricorso al TAR promosso dalla FNOVI e dal Sivemp nei confronti dell'operatore deliberato dalla Regione Emilia Romagna, di cui auspica un esito favorevole alle condivise ragioni dell’Ordine professionale; per quanto riguarda invece iniziative come quelle citate dall’On Bernini, che godono di ampia pubblicistica sul web, ANMVI ne evidenzia " i tratti di ingannevolezza oltre che l’insistenza in discipline di tipo riabillitativo e in altre non presenti nei piani di studio accademici o addirittura non riconosciute dalla comunità scientifica veterinaria".