SICUREZZA ALIMENTARE, I CONTROLLI PASSINO ALLE REGIONI
Per garantire la sicurezza alimentare "sarebbe più logico che fosse la Regione a controllare gli ingressi sul suo territorio". L'Assessore alla sanità della Lombardia propone di passare alle Regioni i controlli sulla sicurezza alimentare. L'ANMVI: nelle Regioni va replicato il modello centrale.
Lette le dichiarazioni di Luciano Bresciani, Assessore alla Sanità della Lombardia sul quotidiano "La Padania", l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ha inviato una nota di commento al giornale e in Regione.
Bresciani afferma che per garantire la sicurezza alimentare, specie per i prodotti importati dall'estero, "sarebbe più logico che fosse la Regione a controllare gli ingressi sul suo territorio". Roma, dice, "ci dia i criteri generali dei controlli ad attuarli ci penseremo noi".
L'ANMVI ritiene "condivisibile il fatto di chiedere al Ministero, l'indirizzo operativo e, prima di tutto, le politiche su cui si deve orientare l'intervento dell'Assessorato alla Sanità e delle sue propaggini territoriali. Tuttavia la politica federativa, "non può essere divergente da un obiettivo unico e condiviso, da Roma fino al villaggio più sperduto del Paese".
L'Assessore Bresciani annuncia di voler proporre alla Conferenza Stato-Regioni di "sinergizzare con lo Stato i controlli degli alimenti in ingresso nelle nostre Regioni" e commentando il caso-diossina, aggiunge: "sarebbe opportuno avere da Roma la delega a garantire i prodotti in entrata, ora per legge di competenza esclusiva dello Stato".
La proposta dell'ANMVI all'assessore lombardo è dunque "di istituire un dipartimento Regionale e nelle ASL che sia denominato della Sanità Pubblica Veterinaria, della Nutrizione e della Sicurezza Alimentare sul modello ministeriale, superando lo schematismo ormai antiquato dei Servizi, troppo settoriali e, a nostro parere, deficitari di una visione "dal campo alla tavola". "Se il modello centrale è dipartimentale, con tre settori (la sanità pubblica veterinaria, la valutazione del rischio e la gestione del medesimo) - prosegue la nota- altrettanto deve essere ridisegnato in periferia".
L'ANMVI aggiunge una seconda richiesta: "l'inserimento della componente professionale nello schema sopra detto. ANMVI chiede a gran voce che la componente dei professionisti privati, secondo una rappresentanza che possiamo concordare, sia determinante e non voluttuaria rispetto ai criteri di controllo. E ciò perché il polso "sanitario" delle strutture produttive è certamente ben conosciuto dai professionisti che frequentano quotidianamente gli impianti, forse più di chi i medesimi li tiene d'occhio solo per l'attività di controllo".