Non basta dire che il 62,8% dei giovani veterinari non lavora a un anno dalla laurea. Bisogna anche dimostrarlo. Dopo tanti dibattiti e convegni, l'ANMVI presenta un'indagine occupazionale. I numeri elevati non sono l'unico problema: la professione attraversa una crisi organizzativa.
14.796 iscritti totali a medicina veterinaria sono veramente troppi. Il dato è dell'ufficio statistiche del Ministero dell'Università ed è aggiornato al gennaio di quest'anno.
Ma non sono solo i numeri a decretare la crisi della veterinaria. La professione sembra afflitta da una crisi organizzativa tipica di un mercato in evoluzione, che richiederebbe un'attenta analisi per favorire i policy maker nella pianificazione degli strumenti correttivi.
E' questa la conclusione di una indagine sulla condizione occupazionale dei giovani medici veterinari - condotta dal Centro Studi dell'ANMVI, in collaborazione con la FNOVI- che ha portato a termine un'indagine sulla situazione occupazionale dei medici veterinari italiani.
I dati raccolti potranno essere utili nel confronto con il mondo istituzionale e politico, a sostegno del contenimento dei laureati in medicina veterinaria e della riprogettazione degli sbocchi professionali.
L'urgenza di questa indagine è nata dagli ultimi confronti, in qualche caso anche scontri, sviluppatisi con il mondo universitario in recenti convegni di settore. "Possiamo continuare a dire che non è vero che dopo un anno dalla Laurea (2006) il 37,2% dei giovani veterinari ha un'occupazione- scrive il Direttore dell'ANMVI Antonio Manfredi su Professione Veterinaria dove è stata pubblicata l'indagine- ma dobbiamo anche dimostrarlo e questa indagine serve a questo".
L'indagine è stata realizzata con il supporto professionale del Dr. Luca Sanlorenzo, ricercatore e cultore della materia di economia industriale, Università degli Studi di Torino, e dell'ing. Luigi De Giovanni, ricercatore e docente di ricerca operativa, Università degli Studi di Padova. Il campione degli intervistati è stato realizzato, arrivando a determinare un campione di iscritti agli Ordini dal 2003 al 2007, formato da circa 200 per ogni anno e arrivando a coprire circa il 20% della popolazione veterinaria del quinquennio preso in esame.