• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30955
BENESSERE VETERINARIO

Coping: il benessere di una professione d'aiuto

Coping: il benessere di una professione d'aiuto
Le strategie di coping rappresentano un'area d’indagine molto promettente in Veterinaria, una "professione d'aiuto" che può trarre vantaggio dalla conoscenza di strategie di superamento dello stress e del cosiddetto 'burn out'.
--------------

Tutelare e intervenire sul benessere professionale dei colleghi medici veterinari. E' l'obiettivo di una nuova ricerca, condotta sui medici veterinari, i cui risultati finali saranno presentati in occasione della giornata dedicata al Benessere Veterinario, organizzata da ANMVI sabato 7 ottobre, alla presenza del suo autore- il medico veterinario Alessandro Schianchi- e del trainer counselor Giacomo Volpengo.
Sulla base di quanto emerso, nel corso della giornata saranno anche avviate attività di 'action learning' a sostegno del benessere professionale.

I Medici Veterinari che hanno collaborato- Anche per questa seconda ricerca, Alessandro Schianchi si è basato su un questionario rivolto ai Medici Veterinari nel corso del 2016 e del quale erano stati pubblicati i primi risultati preliminari in fase di raccolta dati. L’indagine raccoglie 991 questionari validi, con un campione di medici veterinari rappresentato da 304 maschi e 567 femmine. La maggior parte dei colleghi che hanno compilato il questionario esercita nel settore animali da compagnia (804), mentre la restante parte negli animali da reddito (57) o altro (58). Oltre il 65% dei soggetti lavorano in equipe e tra questi appartengono il 57% delle femmine e il 25% dei maschi. L’età media dei colleghi è circa 44 anni con una esperienza lavorativa di 17.

Dal burn out al coping- La nuova ricerca è l’ideale prosecuzione del lavoro di indagine compiuto con lo studio “La dimensione del benessere nella professione veterinaria”, curato dallo stesso Schianchi, in collaborazione con ANMVI e la Facoltà di Psicologia di Parma; mentre allora si approfondivano, per la prima volta, le cause del 'burn out' in Veterinaria, con questa nuova ricerca vengono analizzati i metodi di 'coping' che consentono di prevenire e di affrontare l'insorgenza di fattori stressanti nell'esercizio professionale, quando non di una vera e propria 'sindrome di burn out' (così definita nel 1975 dalla psicologa americana Christina Maslach).

Una professione d'aiuto- La Veterinaria rientra fra le professioni d'aiuto (mediche, socio-sanitarie, assistenziali, ecc.) che possono risentire di forme di disagio peculiari del loro esercizio. "Chi opera in questo campo - spiega Schianchi- si trova ad affrontare spesso situazioni molto impegnative dal punto di vista sia fisico che emotivo e la dedizione richiesta, il carico e i ritmi di lavoro, la difficoltà delle relazioni interpersonali e il lento procedere della carriera sono fattori che possono predisporre a un'attitudine generale di distacco e di mancanza di coinvolgimento personale".
Inoltre, "lo stretto e continuo contatto dei medici veterinari con la sofferenza degli animali e, di riflesso, con quella dei relativi proprietari, così come la presenza quotidiana dei temi relativi alla malattia, alla morte e le aspettative individuali e sociali, spesso idealizzate, sulle professioni sanitarie, espongono gli operatori del settore ad un elevato rischio di stress e di burnout"- spiega Schianchi.

Distinguere fra stress e burn out- I termini non sono sinonimi, come spiega il curatore della ricerca: "La Sindrome del Burn-out è un insieme di sintomi che testimoniano il manifestarsi di un disagio comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata implicazione relazionale. Essa si distingue dallo stress, che può eventualmente essere una concausa del burn-out, così come si differenzia dalle diverse forme di nevrosi, in quanto problematica non della personalità ma del ruolo lavorativo".

Fonti di stress importanti- In generale, riguardano: le peculiari caratteristiche dell’organizzazione moderna del lavoro
, come la destrutturazione dei rapporti interpersonali l’esasperazione del conflitto competitivo, la parcellizzazione delle competenze con conseguente scomparsa della visione d’insieme del proprio lavoro, la riduzione della memoria professionale, l’impossibilità di influenzare le decisioni progettuali, la carenza di spiegazioni e di confronti proficui sulle finalità e i disegni di insieme, le condizioni lavorative precarie, le gerarchie piatte, l’ azzeramento dei gradi di responsabilità e l’omologazione delle qualifiche.

Maggiori fonti stressogene in ambito veterinario- In ordine decrescente di intensità, la nuova ricerca ha evidenziato le seguenti:
1. L’emergenza clinica, come il rischio di commettere errori diagnostici e terapeutici, o un paziente che non migliora nonostante un intervento terapeutico appropriato.
2. Il confronto con la morte, come il comunicare al proprietario la prognosi infausta o la morte dell’animale.
3. Le relazioni problematiche con i clienti, quali ad esempio interagire con un proprietario difficile con cui si è stabilita una relazione conflittuale, oppure relazionarsi col cliente insoddisfatto che vorrebbe sempre qualcosa di più.
4. Gli aspetti strutturali ed imprevisti organizzativi, evidenti quando vengono meno mezzi e risorse per lavorare adeguatamente, o nel dedicare molto tempo al telefono.
5. Le relazioni difficili coi colleghi, che si possono verificare quando un collega fa un torto o si comporta in maniera sleale, interferendo o ostacolando il normale svolgimento del lavoro.
6. Le percezioni di svalutazione personale, come ad esempio un guadagno sproporzionato rispetto all’investimento e al tempo dedicato, oppure quando il lavoro lascia poco tempo per sé stessi ed i familiari.

Cosa si intende per coping- Il concetto di coping è stato creato nell’ambito della psicologia negli anni sessanta dallo scienziato americano Richard Lazarus della Berkeley University. "E' una strategia fondamentale per il raggiungimento del benessere - dichiara Schianchi- e presuppone un’attivazione comportamentale dell’individuo, che lo renda protagonista della situazione e non soggetto passivo, ove lo stato di benessere è dunque raggiungibile attraverso un equilibrio tra le volontà della persona e la possibilità di realizzarle in sintonia con il contesto in cui vive, potenziando, quindi, le sue risorse interne e quelle disponibili nell’ambiente.

Le soluzioni?- "E’ possibile contenere l’insorgere o le conseguenze del burn-out"- afferma Schianchi. Gli strumenti sono: l'informazione, che mira a far conoscere questo fenomeno e ad offrire utili consigli per prevenirlo; la formazione, attraverso esperienze di gruppo o discussione di casi con l’obiettivo di creare strumenti per far fronte al fenomeno; ed interventi specifici, attraverso la strutturazione, in base alle esigenze organizzative, di programmi anti-stress studiati sulla mansione lavorativa e soprattutto attraverso l’equilibrio del carico lavorativo con una corretta pianificazione del lavoro.

--------------------
Come sopravvivere con successo al mestiere di veterinario
Cremona, Palazzo Trecchi
sabato 7 ottobre 2017



 



Alessandro Schianchi