Un protocollo per gli apicoltori da seguire in caso di diffusione della peste americana o di altre malattie tra le proprie api. Un aiuto per lo smaltimento delle arnie colpite da malattie infettive. Le arnie devono essere distrutte secondo disposizioni previste dal regolamento di Polizia veterinaria.
Un protocollo che gli apicoltori dovranno seguire in caso di diffusione della peste americana o di altre malattie infettive tra le proprie api. È questo il risultato dell'incontro che si è tenuto tra i rappresentanti della Provincia di Parma, Regione, Servizi veterinari e Associazione degli apicoltori, per trovare una soluzione a un problema che tocca da vicino chi pratica l'apicoltura: lo smaltimento delle arnie colpite da malattie infettive.
Per evitare la diffusione della malattia attraverso il contatto con famiglie di api sane, le arnie, insieme alle api e a tutto il materiale infetto, devono infatti essere distrutte secondo precise norme definite dal regolamento di Polizia veterinaria, utilizzando sostanze idonee, bruciando il materiale correttamente e sotterrandolo a una giusta profondità.
Ma l'accordo in corso di definizione faciliterà la procedura da parte degli apicoltori, poiché sarà una ditta specializzata dal nostro territorio a ritirare direttamente le arnie infette provvedendo poi alla distruzione nei propri impianti.
L'iniziativa è utile anche per coloro che possiedono pochi alveari o praticano l'apicoltura per hobby, e non hanno la possibilità di distruggere correttamente con il fuoco le arnie. In questo modo sarà possibile evitare che il materiale infetto venga spostato in campagna, alla ricerca di luoghi idonei all'operazione, aggravando così il pericolo di diffusione della malattia.
"Se si considera che buona parte dell'impollinazione delle piante orticole e foraggere è opera delle api, ci rendiamo conto che la diffusione di malattie e lo spopolamento degli alveari può causare una perdita economica elevata non solo a carico del settore apistico ma anche della stessa agricoltura", ha commentato il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari.
"L'apicoltura è dunque un settore importante e delicato al tempo stesso, che rappresenta una risorsa essenziale per preservare la biodiversità e che necessita di azioni condivise e omogenee su tutto il territorio. L'iniziativa che la Provincia ha promosso va proprio in questa direzione e permetterà di affrontare il problema in maniera organizzata e corretta".
Il tavolo permanente sull'apicoltura
Per dare ordine a un settore che presenta aspetti difficilmente governabili e per risolvere i problemi di spopolamento degli alveari e di moria delle api che hanno interessato il nostro territorio, è stato istituito nei mesi scorsi un Tavolo permanente sull'apicoltura, coordinato dalla Provincia, a cui partecipano le Comunità montane, i Servizi veterinari dell'Ausl, il Consorzio fitosanitario provinciale, l'Associazione Apicoltori, le associazioni degli agricoltori e il corpo della Polizia provinciale.
Lo scopo è coinvolgere tutti i soggetti che possano dare un contributo alla risoluzione dei problemi, effettuando anche una mappatura degli apicoltori, stanziali e non, del nostro territorio, primo passo per l'avvio di una politica omogenea e coordinata.