Entrerà in vigore il 10 ottobre la prima legge nazionale sull'impiego dell'Intelligenza Artificiale. Le nuove regole sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Limitazioni e garanzie per le professioni intellettuali. In ambito sanitario, l'IA è un supporto, ma la decisione è sempre della professione medica. L'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali e' finalizzato al solo esercizio delle attivita' strumentali e di supporto all'attivita' professionale e con prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d'opera. E' il primo principio introdotto dall'articolo 13 (Disposizioni in materia di professioni intellettuali) della Legge 132/2025 sull'intelligenza artificiale che disciplina- per la prima volta in Italia- l'uso dell'IA in campo professionale. La legge è tesa ad "assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente". Allo scopo, prevede che il professionista informi il cliente circa l'uso di sistemi di intelligenza artificiale "con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo".
L'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale dovrà contribuire al miglioramento del sistema sanitario, ma "non puo' selezionare e condizionare l'accesso alle prestazioni sanitarie secondo criteri discriminatori". In ambito sanitario, i sistemi di intelligenza artificiale "costituiscono un supporto nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica, lasciando impregiudicata la decisione, che e' sempre rimessa agli esercenti la professione medica".
La legge 132/2025 interviene anche sull'impiego dell'IA nella pubblica amministrazione e in campo giudiziario. Una delega al Governo demanda a successivi provvedimenti le regole di addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale, l'impiego di dati, algoritmi e metodi matematici. L'intelligenza artificiale viene regolamentata anche per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale