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IN SENATO

Pet esotici, appello al Governo: non vietateli

Pet esotici, appello al Governo: non vietateli
Milioni di animali da compagnia "rischiano di essere messe fuori legge da noi". Il senatore Luca Briziarelli si appella al Parlamento e al Governo: "correggiamo un nostro errore". Il divieto "è una norma che ci imponiamo noi e che nessun altro Paese europeo ha adottato".  Regolamentazione è anche la posizione di ANMVI e SIVAE che ieri sono state ascoltate in Senato.

Il Senatore Luca Briziarelli (L-SP-PSd'Az) ha preso la parola ieri a Palazzo Madama per chiedere all'Assemblea e al Governo di "correggere un nostro errore".  Un "errore" del Parlamento che - un anno fa, con la Legge 22 aprile 2021, n. 53 - ha consegnato al Governo un principio legislativo che prevede "uno specifico divieto di importazione, conservazione e commercio di fauna selvatica ed esotica" (articolo 14, lettera q).

"Per essere chiari- ha detto ieri Briziarelli-  non parliamo di tigri, panda e di tutti quegli animali che sono garantiti e tutelati dalla Convenzione di Washington, che l'Italia ha sottoscritto nel 1975, ma dei pesci, degli acquari, dei pappagalli e dei canarini, che per la maggior parte non sono nemmeno importati, ma allevati da aziende italianissime, che rischiano di essere messe fuori legge da noi".Un comparto "che conta migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori, e che dall'8 maggio, per un errore di questo Parlamento, potrebbe cessare di esistere"- ha detto.

Emendamento e appello al Governo- Il Senatore Briziarelli ha presentato un emendamento per sostituire "divieto" con "regolamentazione".  La delega legislativa al Governo scade l'8 maggio "e questa tematica dovrebbe essere trattata nel prossimo Consiglio dei ministri"- ha affermato. Quindi l 'appello a "ogni forza politica di quelle che già l'anno scorso si erano espresse": si introduca "una regolamentazione, ma non un divieto- afferma il senatore-  perché va bene tutelare, ma non distruggere l'economia, senza tutelare l'ambiente e gli animali".

La posizione di ANMVI e SIVAE- L'approccio regolamentare è condiviso dalle rappresentanze veterinarie di ANMVI e SIVAE che ieri sono state ascoltate in Senato sull'argomento. Il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi e il Presidente della SIVAE Stefano Cusaro hanno ribadito l'importanza di una regolamentazione sanitaria e di corretta detenzione di specie animali che per l'Unione Europea sono considerate "animali da compagnia" a tutti gli effetti. Un divieto - hanno spiegato- sarebbe "scientificamente insostenibile e normativamente impossibile da attuare". All'incontro ha partecipato Lorenzo Crosta (Commissione Scientifica SIVAE) che ha riferito il quadro regolamentare negli altri Paesi Europei e il punto di vista delle rispettive veterinarie europee, inclini ad un approccio regolamentare  per innalzare le garanzie sanitarie dei "nuovi pets" come richiede il regolamento (UE) 2016/429.

La data dell'8 maggio- La data dell'8 maggio è la scadenza assegnata al Governo per l'emanazione dei decreti nazionali di adeguamento al Regolamento (UE) 2016/429 (Animal health Law). Il Governo sta lavorando ai decreti nazionali, principalmente il Ministero della Salute trattandosi di materia sanitaria. Il Regolamento (UE) 2016/429 chiede norme unionali armonizzate per prevenire e controllare le malattie animali trasmissibili ad altri animali  o alle persone. Agli animali da compagnia (cani gatti e animali esotici e selvatici da compagnia) assegna un grado di rischio sanitario "basso" accompagnato da  misure di tracciabilità e di controllo sanitario veterinario.

Vietare è controproducente-
  "Siamo assolutamente a favore di maggiori controlli sanitari e della qualità della vita degli animali: non è questo in discussione; non si capisce però perché milioni di italiani che hanno come animale d'affezione un esemplare esotico debbano essere messi su un piano diverso da chi magari ha un cane o un gatto, con un danno di miliardi. Questo solo per l'impostazione ideologica di una parte di ambientalisti che rischiano di non tutelare l'ambiente, di non favorire gli animali - che addirittura potrebbero essere dispersi in habitat non loro, peraltro neanche più abituati e con il rischio di infestarli - e di favorire invece le zoomafie e le importazioni illegali contro le quali si batte, ad esempio, anche Legambiente"- ha concluso Briziarelli.

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