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PROPOSTA DI PIANO NAZIONALE

La transizione ecologica negli allevamenti

La transizione ecologica negli allevamenti
Il Piano per la Transizione Ecologica (PTE) chiede "uno sforzo ulteriore" al settore agro-zootecnico, anche se è responsabile di una quota "limitata" di  emissioni di CO2. Intervenire su alimentazione, ricoveri, deiezioni animali. Incentivare l'allevamento biologico. Incrementare le pratiche agricole sostenibili e le consulenze aziendali. Tenendo conto della cultura alimentare e del made in Italy.


Agricoltura e zootecnia occupano un posto di rilievo nel Piano per la Transizione Ecologica che il Governo Draghi sta sottoponendo al Parlamento. Il PTE è un documento a supporto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che indica una serie di proposte strategiche in otto ambiti di intervento: decarbonizzazione;  mobilità sostenibile;  qualità dell’aria; suolo e dissesto idrogeologico; risorse idriche; biodiversità; la tutela del mare; economia circolare, bioeconomia e agricoltura sostenibile.

All'esame del Senato- Gli aspetti del PTE di maggiore interesse agrozootecnico sono molteplici e spaziano dalla sostituzione dei mezzi agricoli più inquinanti all'alimentazione degli animali. Il raggio d'azione del PTE ricalca la Farm to Fork Strategy in numerosi passaggi. In Commissione Agricoltura, il relatore è il Senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega) che la prossima settimana presenterà una proposta di parere alla Commissione.

L'incidenza degli allevamenti- Secondo dati Ispra, citati dal PTE, le emissioni del settore agricolo in Italia “rappresentano una quota tutto sommato limitata, circa il 7% del totale nazionali (30 mln di tonnellate di CO2 all’anno)”. Due terzi delle emissioni provengono dall’allevamento.

Le produzioni alimentari- Per la rilevanza che le produzioni alimentari rivesto nel nostro Paese, il PTE prevede contromisure di decarbonizzazione specifiche. “Il contenimento delle emissioni in questo settore si intreccia con questioni culturali legate alle abitudini alimentari (il consumo di carne e latticini) e al ruolo del “food made in Italy” nel sistema economico nazionale”.

Pratiche sostenibili- Come la Farm to Fork Strategy, anche il PTE punta su pratiche agricole e zootecniche più sostenibili (agroecologia, agricoltura di precisione) per un maggiore assorbimento di carbonio nei terreni e per il potenziamento delle bioenergie. Sono considerate pratiche sostenibili l’agroecologia, l’agricoltura biologica, l’agricoltura di precisione e l’agricoltura integrata. Ma anche i sistemi di riuso della sostanza organica agricola, come le deiezioni zootecniche, il digestato da fermentazione anaerobica, i sottoprodotti e gli scarti.

Ammoniaca- Per le emissioni dal settore agricolo (ammoniaca in primo luogo), la riduzione del 16 per cento prevista al 2030 "dovrà essere più ambiziosa se si vuole limitare la concentrazione in aria di particolato fine"- ha spiegato Bergesio. Il Piano evidenzia che al settore agricolo  va imputata la quasi totalità delle emissioni nazionali di ammoniaca, legate all’uso dei fertilizzanti sintetici. L’Italia - ha ricordato- "si sta già muovendo in questo senso attraverso la redazione di un Codice nazionale indicativo di buone pratiche agricole per il controllo delle emissioni di ammoniaca, predisposto dal MIPAAF".

Biogas e biomasse- Il PTE prevede una espansione degli impianti per la produzione di biogas per raggiungere una riduzione a 22-23 milioni di tonnellate di CO2 nel 2050. Le azioni di riduzione del PTE vanno dagli interventi sull’alimentazione degli animali a quelle sui ricoveri e al trattamento delle deiezioni.

Dieta mediterranea e allevamento biologico- "Anche campagne ben congegnate per promuovere un’alimentazione di tipo mediterraneo con prevalenza di vegetali comporteranno il doppio beneficio di minori emissioni e di un miglioramento dello stato di salute della popolazione. Al settore agricoltura sarà quindi richiesto uno sforzo ulteriore al fine di superare gli attuali obiettivi, incentivando anche il sistema di allevamento biologico"- conclude il relatore.

Iter- Dopo i pareri delle Commissioni parlamentari, il PTE dovrà essere approvato in via definitiva dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), insediatosi a maggio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e presieduto dal Premier Mario Draghi (qui la composizione). Il CITE ha ultimato ai primi di agosto il Piano per la Transizione Ecologica attualmente al vaglio del Senato.

pdfPROPOSTA_DI_PIANO_PER_LA_TRANSIZIONE_ECOLOGICA.pdf6.71 MB
Proposta di Piano per la transizione ecologica