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RELAZIONE DEL PRESIDENTE FNOVI

La Veterinaria nel post-Covid: da dove ripartire?

La Veterinaria nel post-Covid: da dove ripartire?
Il post-Covid ha rimesso la Veterinaria davanti a questioni aperte prima della pandemia. A presentarsi in forme nuove è un contesto che complica problemi noti. La relazione del Presidente della FNOVI per il Consiglio Nazionale individua alcuni ambiti di intervento: dalla riforma dell'abilitazione e della concorrenza, ai rapporti di collaborazione, passando per la proposta di una sede di consultazione permanente al Ministero della Salute con la libera professione.


L’emergenza Covid-19 ha avuto e avrà conseguenze drammatiche dal punto di vista economico. Il Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio paventa il rischio che minori disponibilità economiche riducano la spesa per la salute degli animali, mentre i costi di gestione dell'attività rimarranno fissi e ingenti. Come ripartire dopo l'emergenza Covid? "Togliendo o riducendo l’IVA dalle prestazioni medico veterinarie"- risponde nella sua relazione per il Consiglio Nazionale degli Ordini Veterinari che il 4 luglio si è riunito, per la prima volta nella sua storia, in videoconferenza.

Fra le aree di intervento toccate dal Presidente Penocchio c'è la questione dell'accesso alla professione. L'emergenza sanitaria ha sdoganato il modello della laurea abilitante per i medici, con inevitabili riverberi su tutte le altre professioni regolamentate. "Con il Ministro Manfredi il confronto dovrà essere più ampio"- dichiara Penocchio, che pensa ad una programmazione del corso di laurea in 12 semestri e a sfruttare gli ultimi semestri per il tirocinio. E poi, rivedere l’esame di abilitazione e introdurre la retribuzione ai dottorandi e specializzandi. "La revisione della procedura di abilitazione - afferma- potrebbe passare dalla trasformazione del tirocinio in un percorso formativo abilitante gestito congiuntamente agli Ordini".

In ambito veterinario, le cosiddette corporates, ovvero le società di capitali, "sono in campo soprattutto sotto forma di gruppi a vocazione finanziaria, mentre i soggetti che daranno vita alle catene subentreranno in un secondo momento"- osserva il Presidente della FNOVI. "Non siamo contrari all’ingresso del capitale nella nostra professione- afferma-  ma siamo contrari a un capitale che spinge la componente professionale ai margini, a una veterinaria che diventa un supermercato della salute".

Da un punto di vista concorrenziale, Penocchio giudica "pericoloso sostituire una rete di presidi retti da professionisti con un oligopolio di società di capitali a vocazione puramente commerciale". Il rischio è la "creazione di cartelli e di posizioni dominanti, dove pochi soggetti potrebbero controllare gran parte delle strutture veterinarie italiane".
Sarebbe la negazione del principio stesso della concorrenza. "Vanno quindi attuate misure per evitare gli effetti distorsivi dell’attuale formulazione della legge sulla concorrenza".

C'è poi il tema delle collaborazioni. "I medici veterinari collaboratori corrono il rischio di diventare la componente maggioritaria della nostra professione". Compensi, rapporti e contratti di lavoro  dovrebbero avere nelle competenze e abilità dei medici veterinari, "il vero asset strategico".  In una situazione occupazionale critica come la presente, "le trattative non sono facili in nessun settore- osserva Penocchio- ma "questi collaboratori, autonomi nello svolgimento della prestazione, sono costretti ad accettare le condizioni del mercato in cui operano, con pochi strumenti di governo, protezione sociale e, soprattutto, con poche capacità di contrattazione con i propri committenti". Penocchio parla di "erosione della sicurezza sociale".
La Federazione "non ha titolo per intervenire nelle trattative, ma potrà avere un ruolo di facilitatore non solo tra le parti, ma anche nei confronti del Governo perché si raggiungano questi obiettivi in un contratto che potrebbe essere di para-subordinazione"- afferma il Presidente.

Sempre in tema di libera professione, la relazione tocca il settore dell'allevamento e del Veterinario Aziendale, mentre l'Italia si sta adeguando al nuovo Regolamento europeo di sanità animale. "Gli operatori devono avere un atteggiamento di porte aperte nei confronti del medico veterinario- afferma-  ed è è corretto che il livello di rischio accertato determini la frequenza dei sopralluoghi".

Fra le proposte, il Presidente della FNOVI ritiene "indispensabile istituzionalizzare un rapporto con la professione, attivando presso il Ministero della salute una Consulta che ponga in relazione le Direzioni generali con la professione privata rivolta agli animali da reddito e da compagnia.

Relazione al Consiglio Nazionale FNOVI
4 luglio 2020
Abstract a cura del Presidente Dr.Gaetano Penocchio