
Una zoppia non risolta chirurgicamente ha portato la proprietaria di un meticcio, adottato da un canile sardo, a rivalersi sul Medico Veterinario che, nel 2011, eseguì l'intervento. La denuncia fece seguito al peggioramento delle condizioni del cane che comportarono - a detta del legale della proprietaria- dolore e sofferenza nell'intera famiglia.
Contro la pretesa risarcitoria, i legali del Medico Veterinario obiettavano il valore nullo del cane che, adottato al canile, non aveva un corrispondente prezzo d'acquistoe un valore economico. Di diverso avviso i primi giudici che nel 2016 avevano calcolato il risarcimento in 4.500 euro, comprensivi delle spese veterinarie e del ristoro delle sofferenze patite.
La causa è finita in Corte d'Appello, dove è stato ribadito che il cane è "un membro della famiglia" e il suo valore può essere anche nullo al momento dell'acquisto, ma "aumenta con il tempo in ragione del legame affettivo e relazionale che si instaura".
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