Gli episodi di litigiosità tra condómini sono sempre piú frequenti, ma la maggior parte dei contrasti si risolve prima di arrivare nelle aule dei tribunali. E' quanto emerge dal secondo censimento dei condomíni in Italia realizzato dal Censis Servizi e dall'Anaci (Associazione Nazionale degli Amministratori Condominiali e Immobiliari) che è stato presentato presso la Sala Cristallo dell'Hotel Nazionale a Roma.Negli ultimi 5 anni, secondo il 70% degli amministratori, il numero dei contrasti tra condómini è ulteriormente cresciuto.
Tuttavia il 73% dei litigi si risolve bonariamente durante le assemblee condominali, il 16% trova un accordo solo dopo aver dato avvio ad un contraddittorio legale con le classiche lettere degli avvocati, mentre soltanto l'11% arriva davanti al giudice di pace.
Un dato confermato anche dai giudici di pace, che nelle proprie aule hanno registrato negli ultimi 5 anni una forte diminuzione dei contenziosi tra condómini, tanto che nel 2003 hanno dovuto risolvere soltanto 2.036 procedimenti sotto la voce "misure e modalità d'uso dei servizi condominiali".
"I procedimenti che arrivano dal giudice di pace, confrontati con il numero dei condomíni in Italia che secondo il nostro censimento sono 935.000, diventano neanche lo 0,2%. Quindi, se da un lato la litigiosità tra vicini di casa esiste, dall'altro riguarda spesso piccole questioni assolutamente risolvibili all'interno del condominio stesso" ha affermato Carlo Parodi, direttore del Centro Studi Anaci. I motivi del contendere riguardano principalmente l'utilizzo degli spazi comuni (24,6%), gli eccessivi rumori del vicino (21,1%), gli interventi di manutenzione straordinaria (17,4%), gli animali domestici (16,4%), i consuntivi (10,6%) e la presenza di animali randagi negli spazi condominiali (9,9%). Ad arrivare davanti al giudice di pace sono in particolare i contrasti che riguardano l'utilizzo degli spazi comuni (26%) e i consuntivi (22%)."Una soluzione per ridurre la litigiosità potrebbe arrivare dalla riforma della normativa condominiale" ha suggerito Parodi. "La normativa attuale infatti è una galassia di leggi e decreti nella quale è difficilissimo districarsi. Lo scorso gennaio la riforma era quasi stata approvata dal Senato, dopo una gestazione durata piú di un anno; auspichiamo che il prossimo Governo riprenda subito i lavori per portarla finalmente a compimento". (fonti: Apcom-animalieanimali.it)