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CARTA DI ROMA

Un Piano nazionale per il recupero degli animali salvati

Un Piano nazionale per il recupero degli animali salvati
“Necessario un nuovo quadro normativo per il riconoscimento e la promozione dei centri di recupero e i santuari degli animali".
Nel giorno (3 marzo 2017) della Giornata internazionale della natura, 9 associazioni protezioniste firmano la Carta di Roma per il recupero degli animali salvati non a fini di lucro. Lo rende noto la Lipu-Bridlife Italia. Dell'iniziativa sono stati informati il Premier Paolo Gentiloni e i Ministri dell'Ambiente e della Salute, Galletti Lorenzin, "per denunciare il ritardo dello Stato". In indirizzo anche Stefano Bonaccini, presidente della conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Le associazioni firmatarie sono: ENPA, Il Rifugio degli asinelli, Italian Horse Protection, LAV, Legambiente, Lega nazionale per la difesa del cane, Lipu-BirdLife Italia, Rete dei santuari di animali liberi in Italia e WWF Italia.

Istanze e richieste- I firmatari denunciano "il colpevole ritardo di cui lo Stato è responsabile rispetto alla cura, alla tutela e alla gestione degli animali". Sottolineano "l’urgenza di superare questa situazione e chiedono un incontro al fine di confrontarsi sulle azioni proposte nella Carta per la realizzazione di un Piano nazionale d’azione che affronti adeguatamente l’enorme sofferenza animale causata da illegalità e criminalità".In alcuni casi, lo Stato ha preferito reimmettere, nel circuito commerciale dello sfruttamento gli animali ad esso appena sottratti, in aperta antitesi alle normative di tutela che lo Stato medesimo dovrebbe applicare. E’ questo- dicono i firmatari della Carta-  l’esempio degli animali selvatici alloctoni (esotici) confiscati ai circhi e per la maggior parte riallocati presso zoo o il caso di animali da reddito sequestrati e dati ad altre aziende zootecniche per la produzione. Oppure ancora oggi accade che gli animali, una volta posti sotto sequestro, per assenza di strutture di accoglienza siano lasciati agli indagati".

Le strutture di cura, recupero e per la lunga degenza "sono poche e con scarsi aiuti". Le associazioni di volontariato lamentano di non poter "supplire interamente al disimpegno di Stato ed enti locali che hanno invece il dovere verso la collettività di garantire l’applicazione delle norme vigenti a tutela degli animali". Lo Stato - concludono- "non ha finora espresso la volontà di elaborare una strategia complessiva di intervento e ha invece determinato il fallimento dei pochi strumenti in vigore, come il Fondo nazionale per il reimpiego delle sanzioni per i maltrattamenti.

Animali sequestrati e confiscati - Il numero "è fortemente aumentato nel corso degli ultimi dieci anni" e i dati forniti dalle Procure della Repubblica "indicano che in Italia, solo per maltrattamento, nel 2013 sono stati aperti oltre 8.000 fascicoli, dai quali si stimano non meno di 27mila animali sequestrati, mentre, per il medesimo anno, dai dati dei Servizi Veterinari delle Aziende sanitarie si stimano non meno di 25mila animali selvatici ricoverati nelle differenti strutture".
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