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PRESTAZIONI VETERINARIE

FNOVI: flessibilità per cure al di fuori delle strutture

FNOVI: flessibilità per cure al di fuori delle strutture
La FNOVI chiede al Sottosegretario Gemmato di aprire un tavolo di discussione, per definire criteri e condizioni di sicurezza dei trattamenti veterinari al di fuori delle strutture veterinarie. Sottesa alla richiesta c'è l'esigenza del Veterinario curante di eseguire procedure non invasive direttamente nel luogo dove si trova l'animale.
Una "linea guida chiara per i colleghi, formalizzando la possibilità per il Medico Veterinario di esercitare una maggiore discrezionalità professionale riguardo il luogo di esecuzione dei trattamenti non invasivi, in base alla valutazione del rischio (animale/trasporto/trattamento)". La chiede la FNOVI al Sottosegretario di Stato Marcello Gemmato. La nota, inviata anche al Direttore Generale della Sanità Animale, Giovanni Filippini, la Federazione auspica interventi sull'Accordo Stato Regioni che - dal 2003- disciplina l'autorizzazione delle strutture veterinarie italiane.  Secondo la Federazione, la classificazione delle strutture veterinarie, "non è più coerente con il contesto della Medicina Veterinaria moderna". 

Il contesto- In ambito sportivo, zootecnico e di gestione di specie non convenzionali, si avverte la necessità di "garantire al professionista la possibilità di operare una scelta più flessibile e razionale riguardo la tipologia e il luogo dei trattamenti"- spiega la FNOVI che invita il Sottosegretario a valutare l'emissione di un atto ministeriale che possa ovviare alla situazione.  Si tratta di "una scelta ponderata"- spiega la Federazione-  fatta "in funzione della specie animale nonché del livello di rischio associato alla patologia, al trattamento e, in modo critico, al trasporto dell’animale presso una struttura clinica, anche per procedure a basso rischio o non invasive, che può talvolta rappresentare un aggravio non necessario per l’animale stesso, riducendo l’efficacia della cura e aumentando il potenziale stress e rischio".

La Federazione non ravvisa criticità significative nel consentire al Medico Veterinario di eseguire trattamenti non invasivi -quali la fisioterapia o l’agopuntura, terapie con dispositivi medici, direttamente presso il centro sportivo, la scuderia, o il luogo di ricovero abituale dell’animale-  purché siano assicurate la compatibilità con gli spazi e le dotazioni minime necessarie alla sicurezza e all’efficacia del trattamento stesso".

Aggiornamento- L'Accordo, adottato ormai  22 anni fa, definisce i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi necessari per poter erogare prestazioni veterinarie in strutture pubbliche e private. "Nell’esprimere l’auspicio di una radicale revisione delle previsioni al momento vigenti, con la finalità di standardizzare i requisiti strutturali e stabilire anche una correlazione funzionale tra la tipologia di struttura, i requisiti previsti e le attività erogabili" - si legge nella nota - la Federazione dichiara la propria disponibilità ad ogni proficua collaborazione".