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RAPPORTO EFSA ECDC EMA

In pandemia dimezzate le zoonosi alimentari

In pandemia dimezzate le zoonosi alimentari
Nel 2020, le zoonosi veicolate dagli alimenti hanno visto un calo del 47%. Lo riferiscono EFSA e ECDC pubblicando l'ultimo rapporto. Una riduzione "notevole", che per alcune malattie zoonotiche e infezioni alimentari, supera addirittura il 50%. Gli esperti attribuiscono "un ruolo determinante"  alla pandemia da COVID-19. Anche la Brexit ha inciso sui dati.

L'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e il Centro Europeo per le Malattie (ECDC) hanno pubblicato il rapporto sull'andamento delle zoonosi alimentari aggiornato al 2020 (The European Union One Health 2020 Zoonoses Report). Il numero di infezioni veicolate da alimenti ha registrato un calo complessivo del 47%, con oscillazioni tra il 7% e il 53%, a seconda della malattia riferita. I dati provengono da 27 Stati Membri  e da 9 Paesi extra UE.

Per spiegare il notevole calo, gli esperti hanno riconosciuto il ruolo determinante svolto in Europa dalla pandemia da COVID-19. Non solo. Anche l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea ha giocato un ruolo sulla consistenza dei dati: gli Stati Membri erano 28 prima della Brexit che ha reso il Regno Unito un Paese Terzo a decorrere dal 1 febbraio 2020. Da quella data, ECDC ha smesso di conteggiare i dati del Regno Unito con quelli della UE.

Effetti della Brexit - La fuoriuscita del Regno Unito dalla UE "sembra aver avuto scarso impatto su salmonellosi e tubercolosi"- si legge nel Rapporto.  Per la campilobatteriosi e l'infezione da STEC, invece, la Brexit ha avuto "un impatto positivo" in termini di riduzione dei dati ascritti alla UE. Secondo gli esperti, il dato "è probabilmente correlato al numero elevato e ricorrente di casi segnalati dal Regno Unito rispetto alla dimensione della popolazione". Per contro, per le altre malattie, l'impatto è stato negativo.

Effetti della pandemia- Tra i fattori che possono aver causato il calo nelle segnalazioni all'Unione Europea EFSA e ECD individuano:
- i mutamenti avvenuti nel ricorso all’assistenza sanitaria
- le limitazioni a viaggi ed eventi
- le chiusure dei ristoranti
- la quarantena e altre misure di contenimento come l'uso di mascherine, il distanziamento sociale e la frequente disinfezione delle mani.

Le zoonosi più segnalate- La campilobatteriosi è stata la zoonosi maggiormente segnalata nell'Unione Europea, con 120 946 casi contro gli oltre 220mila dell'anno precedente, seguita poi dalla salmonellosi, che ha interessato 52.702 persone contro gli 88 mila dell’anno precedente. A seguire, le malattie più segnalate sono state:
- la yersiniosi (con 5 668 casi)
-le infezioni causate da E.coli produttore di Shigatoxina (con 4.446 casi).
- la listeriosi: la quinta zoonosi più segnalata (con 1.876 casi) e ha colpito soprattutto persone di età superiore a 64 anni.
La listeriosi e le infezioni da virus del Nilo occidentale sono state le due malattie con i più alti tassi di mortalità e ricoveri ospedalieri. La maggior parte delle infezioni da virus del Nilo occidentale contratte in loco sono state riferite in Grecia, Spagna e Italia.

Il rapporto esamina anche le infezioni veicolate da alimenti, ovvero eventi durante i quali almeno due persone contraggono la stessa malattia consumando il medesimo cibo contaminato. Un totale di 3 086 focolai infettivi di origine alimentare sono stati segnalati nel 2020. Salmonella è rimasta l'agente infettivo più frequentemente rilevato, causa del 23% dei focolai. Le più comuni fonti di salmonellosi sono state uova, ovoprodotti e carne di maiale. Nel Rapporto si rilevano anche dati su Mycobacterium bovis/caprae, Brucella, Yersinia, Trichinella, Echinococcus, Toxoplasma gondii, rabbia, febbre Q e tularemia.

Foodborne Outbreaks dashboard

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The European Union One Health 2020 Zoonoses Report