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XIII RAPPORTO ALMALAUREA

Veterinaria, trend occupazionale dei neo laureati

Veterinaria, trend occupazionale dei neo laureati
Il XXIII Rapporto Almalaurea analizza la condizione occupazionale dei laureati in Medicina Veterinaria. A dispetto della pandemia, il tasso di disoccupazione fra i laureati a un anno dal conseguimento del titolo nel 2020 è sceso. Le dinamiche occupazionali dei laureati del 2019 vedono migliorare, sia pure di misura, i principali parametri. Sempre più brevi i tempi fra la laurea e il primo lavoro.

Nel 2019 i laureati in Medicina Veterinaria sono stati 953,10 in più dell'anno precedente. A un anno dal conseguimento del titolo, il 56,5% di loro ha dichiarato di lavorare, come autonomo, e con una retribuzione mensile netta di 1.059 euro  I dati sono del consorzio Almalaurea che ha pubblicato il suo XIII Rapporto annuale sulla condizione occupazionale dei laureati italiani. Il Rapporto permette una consultazione on line articolata per ateneo, corso di laurea e raffronti con i dati delle indagini precedenti.

La pandemia- Le interviste ai laureati del 2019 sono state condotte nel pieno svolgersi della pandemia da Covid-19. Tuttavia, le elaborazioni evidenziano un impatto molto limitato dell'emergenza sulle dinamiche occupazionali dei neolaureati in Medicina Veterinaria (LM-42, 47S), a confronto con i Colleghi laureatisi un anno prima. Nel 2020, il tasso di disoccupazione è addirittura sceso al 10,6% (era del 13,3% nel 2018).

Laureati a 28 anni con voto 105- Nel 2020, i Medici Veterinari a un anno dal titolo sono soprattutto donne ( il 69,2%) secondo una tendenza costante degli ultimi cinque anni. L'eta media complessiva dei neolaureati è di 28,1 anni, un dato in lieve aumento compensato da un incremento di un punto sulla media del voto di laurea (105). Stabile invece la durata media degli studi (7,9 anni) invariata negli ultimi cinque anni.

Adeguatezza del titolo di studio- Laurearsi in Medicina Veterinaria, per il 71% degli intervistati che già svolgevano un lavoro durante gli studi, consente di migliorare la propria condizione. L'83% dei laureati nel 2019 dichiara di utilizzare in maniera "elevata" le competenze acquisite con la laurea, di avere ricevuto una formazione universitaria "molto adeguata" (68%), "efficace/molto efficace" nel lavoro svolto (93,7%). La valutazione della formazione universitaria acquisita  segue il trend degli ultimi rapporti di Almalaurea, con un incremento di circa 6 punti percentuali fra i rispondenti che la ritengono "molto adeguata".

L'ingresso nel mondo del lavoro-  Il tempo necessario a trovare un primo lavoro, ancorchè non stabile o definitivo, si sta riducendo: passano in media 2,7 mesi dall'inizio della ricerca (contro i 3,1 mesi che servivano al neolaureato del 2017). Su 412 Medici Veterinari laureati da un anno, ben l'82,5% dichiara di avere iniziato a lavorare dopo la laurea. Solo il 6,8% sta proseguendo l'attività iniziata prima di conseguire il titolo accademico.
Chi lavora, dichiara di esercitare soprattutto nel settore privato (91,5%), come "autonomo" (59,7%), una professione "intellettuale, scientifica di elevata specializzazione" (93,4%) e non con mansioni tecniche o esecutive (2,9% -0%). Il ramo dell'attività è "agricolo" per il 3,6%; la maggioranza spunta la casella ""consulenze varie" (46,4%) e "sanità" (38,1%). Dal punto di vista geografico, l'area di lavoro con la percentuale più alta di neo laureati in attività è il Nord Ovest (38,1%).

Retribuzione media- A un anno dal titolo di studio, le retribuzioni cresconodi misura. Per i laureati del 2018 la retribuzione media mensile era di 1.139 euro (998 euro nel 2017); per il laureati del 2019 è di 1059 euro  (1.211 euro per gli uomini e 990 euro per le donne). Sale anche la progressione a tre anni (1.418 euro) e cinque anni (1.623) dal conseguimento del titolo: nel precedente Rapporto di Almalaurea la retribuzione media mensile arrivava a 1.323 euro dopo tre anni e a 1515 euro dopo cinque anni dal titolo di studio.

Formazione post laurea- Nel 2020  l'indice della formazione post-laurea non ha subito una significativa contrazione: nell'anno della pandemia,  l'80,7% dei laureati del 2019 ha partecipato ad almeno una attività di formazione, una percentuale analoga a quella degli anni pre-pandemia. La formazione post-laurea è soprattutto "collaborazione volontaria" (34,4%) seguita da stage in azienda (28,4%) tirocinio/praticantato (24,6%)  e scuola di specializzazione (21%).
La progressione di queste percentuali conferma gli orientamenti dei neolaureati negli ultimi anni. A segnare una crescita è la propensione a frequentare una scuola di specializzazione (+5 punti percentuali rispetto al 2018 e +10 punti percentuali rispetto al 2017) nei laureati a un anno dal titolo. Un orientamento precoce alla scelta della specializzazione, che tendenzialmente si afferma dopo tre/cinque anni dal conseguimento del titolo accademico.



pdfSCHEDA_OCCUPAZIONE_A_UN_ANNO_DALLA_LAUREA_copy.pdf66.5 KB

pdfSCHEDA_OCCUPAZIONE_A_UNO_TRE_CINQUE_ANNI_DALLA_LAUREA.pdf104.65 KB