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USO IN DEROGA NEI PET

DM Speranza, Fnovi: doveroso segnalare inesattezze

DM Speranza, Fnovi: doveroso segnalare inesattezze
A differenza di quanto indicato dal decreto 14 aprile 2021, la FNOVI "non è stata sentita". Il DM  è "confuso" e non chiarisce i casi di prescrivibilità dei medicinali ad uso umano. Nemmeno con l’allegato A, nel quale "non si ravvisano profili di particolare utilità". Anche la FNOVI segnala un contrasto "evidente" con le direttive europee con il nuovo regolamento 2019/6.


Preso atto della pubblicazione in Gazzetta del decreto Uso in deroga di medicinali per uso umano per animali non destinati alla produzione di alimenti, la FNOVI ne mette in luce tutte le "criticità e inesattezze".

A cominciare da un dato non veritiero: la Federazione degli Ordini dei Veterinari "non è stata sentita". Un incontro con il Ministero ci fu in quel 18 gennaio citato dal decreto, ma "verteva su altro argomento e al tempo non era disponibile una bozza del Decreto".
Quando la bozza è poi stata diffusa (dai media) la Fnovi ha chiesto un confronto tecnico urgente con il Ministero "che non si è realizzato".

Il DM non definisce la Legge di Bilancio- Il Decreto non fa chiarezza, ma soprattutto, come previsto dalla Legge di bilancio 2021 che ha dato origine al decreto, non “definisce i casi in cui il veterinario può prescrivere per la cura dell'animale, non destinato alla produzione di alimenti, un medicinale per uso umano, a condizione che lo stesso abbia il medesimo principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell'affezione”.

Il ruolo del Medico Veterinario- La responsabilità ricade sul medico veterinario. Nel testo non si fa alcuna menzione delle sanzioni previste del D.Lgs 193/2006 in merito al mancato rispetto dell’obbligo di prescrizione di farmaci ad uso veterinario. Inoltre, nell’allegato A, che dovrebbe chiarire i casi in cui il Medico Veterinario può prescrivere un farmaco ad uso umano, non si ravvisano profili di particolare utilità.

Rischi e passaggi contradditori- Al punto 1 dell'Allegato A - fa notare la Federazione- è riportata la seguente affermazione “Nel caso in cui l’uso del medicinale veterinario comporta rischi o controindicazioni, per quel singolo caso clinico, a causa delle particolari condizioni di salute dell’animale ovvero della sensibilità nota ad un particolare principio attivo”.A tal riguardo, se il principio attivo del farmaco umano e veterinario è lo stesso, non si comprende come possano esservi rischi diversi per i pazienti.
I successivi punti dell’allegato non contribuiscono a chiarire alcuna casistica e il punto 6 è addirittura contraddittorio tra la prima e la seconda parte.

Lotta all’antimicrobico resistenza- La prescrizione di farmaci ad uso umano "inficerà di fatto la tracciabilità degli antibiotici" - dichiara la Federazione - dal momento che per il farmaco ad uso umano non sono previste le medesime procedure di gestione".

"Questo Decreto - è la conclusione della Federazione- avrebbe potuto rappresentare un'ottima occasione per facilitare l'esercizio della professione medico veterinaria e tutelare i pazienti animali, introducendo un concetto etico innovativo come il costo del medicinale e quindi una maggiore possibilità di cura degli animali da compagnia delle fasce di popolazione meno abbienti".
"Spiace invece dover constatare che la strada erroneamente intrapresa vede quale unico responsabile il Medico Veterinario chiamato a farsi carico dei rischi e gli oneri derivanti da un testo confuso, e in evidente contrasto con le direttive europee, anche in vista del Nuovo Regolamento Europeo sul farmaco veterinario che entrerà in vigore il prossimo 28 gennaio 2022". (fonte).

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