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IL TESTO DEL DECRETO

Enpav: dal 1 aprile indennizzo di 600 euro esentasse

Enpav: dal 1 aprile indennizzo di 600 euro esentasse
L'indennità di 600 euro sarà riconosciuta anche ai Medici Veterinari. Il pressing degli enti di previdenza raggiunge l'obiettivo: anche i professionisti iscritti avranno un sostegno economico nel mese di marzo e sarà esentasse. Il presidente dell'Enpav spiega come verrà erogato. Il testo del decreto.


Dopo un serrato confronto con il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ieri è stato adottato il Decreto Interministeriale che riconosce anche ai professionisti iscritti alle Casse di previdenza l’indennizzo economico di 600 Euro esentasse, per il mese marzo. Lo riferisce una nota dell'Enpav (Ente nazionale di previdenza e assistenza veterinaria) che spiega come sarà erogato il bonus: in sostanza, sarà l'Ente a mettere a disposizione dei Medici Veterinari l'indennizzo, anticipando per conto dello Stato le somme necessarie.

Destinatari- Verificati i requisiti, l'Enpav erogherà i 600 Euro esentasse a coloro che abbiano avuto un reddito:
- fino a 35.000 euro nel 2018
- un reddito compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro, con contrazione del reddito del 33% nel primo trimestre 2020, rispetto al primo trimestre 2019

Dal 1 aprile- Il modulo per richiedere l’indennità sarà disponibile sul sito dell'Enpav dal 1 aprile. Il Presidente dell'Enpav Gianni Mancuso assicura: "Faremo il possibile per consentire che ciò avvenga nei tempi prescritti”. Ma non risparmia una stoccata ai Ministeri vigilanti, rinfacciando la "clamorosa svista" del Decreto Cura Italia che costringe le casse "a mettere in piedi in 2 giorni una procedura inedita per erogare il contributo a migliaia di colleghi".

Solidità Enpav- Mancuso rimarca che "i Medici Veterinari potranno ricevere il contributo entro pochi giorni solo grazie al fatto che Enpav ha i conti in ordine, una discreta liquidità e grazie al suo forte senso di responsabilità". Altrettanto forte resta l'amarezza per come è stato concepito il Decreto Cura Italia: “I professionisti italiani non sono cittadini di serie B, anzi, oltre a provvedere ai propri versamenti previdenziali, con le loro tasse contribuiscono a pagare la pensione ad altri”- dichiara Mancuso.

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